Il giro di Capo Corso, nella parte settentrionale della Corsica, regala panorami strepitosi. La strada che segue la costa di quel “dito” puntato verso l’Italia è strettissima e piena di curve con strapiombi a picco sul mare di un blu profondo. Si affaccia su baie da sogno, incontra minuscole borgate, si ramifica verso l’interno e attraversa vallate profumate di maquis, la macchia mediterranea.
Le numerosi torri genovesi – se ne contano circa trenta – risalgono all’epoca in cui la Corsica passò dal controllo di Pisa a quello di Genova: servivano a difendere questo tratto di costa, particolarmente esposto, dalle invasioni saracene. Ogni torre era posizionata in modo da essere visibile da altre due e oggi le loro rovine caratterizzano romanticamente il profilo di Capo Corso e raccontano una storia che ci è famigliare.
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Del resto l’Italia è veramente vicina! I contorni dell’Isola d’Elba e di Capraia si distinguono nettamente, i nomi delle località e la cadenza della parlata ricordano tanto la Liguria. Gli scambi con il nostro Paese sono sempre stati frequenti e hanno lasciato tracce profonde nella fisionomia del paesaggio.
Prendetevi l’intera giornata per fare il giro di Cap Corse in senso antiorario, partendo da Bastia, dove la strada costeggia il mare e poi si inerpica sulla montagna in un crescendo di bellezza e di emozioni ,per scendere dall’altro lato del promontorio, nel mondano porticciolo di Saint-Florent.
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Da Bastia a Saint-Florent: i borghi della costa orientale
La prima località che si incontra appena lasciata Bastia è Erbalunga. Un piccolo borgo molto affascinante conosciuto come “il nido dei pittori”. Del fiorente passato medioevale resta, oltre alla torre, la facciata di una piccola chiesa. Dalla piazzetta si diramano stretti vicoli che portano al mare. Le case color pastello in stile coloniale, invece, sono state costruite dagli emigrati rientrati in patria dopo aver fatto fortuna nelle Colonie.
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Superata Porticciolo e la sua piccola marina, si raggiunge Macinaggio che è la parte a mare del comune di Rogliano. In passato le marine erano solo dei porticcioli, il borgo vero e proprio si trovava all’interno in posizione protetta. Se volete fare una deviazione verso l’interno e “tagliare” il Capo Corso nei suoi dieci chilometri di larghezza potete imboccare la strada che da Macinaggio passa per Rogliano e arriva a Centuri.
Io ho preferito seguire la costa e inerpicarmi per i ripidi tornanti che portano alla punta del Capo. Da Ersa la strada scende ripida verso Barcaggio, dove le mucche hanno conquistato la spiaggia, e verso Tollare. Queste due località sono collegate da un tratto del Sentiero dei Doganieri. A Tollare non c’è nulla, anzi c’è proprio quello che vorremmo trovare: una spiaggia deserta e silenziosa e un mare trasparentissimo. Di fronte all’isola disabitata della Giraglia si respira l’autentica bellezza di una natura incontaminata e protetta.
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Da Bastia a Saint-Florent: gli strapiombi della costa occidentale di Capo Corso
Dopo una deviazione a piedi per salire al Moulin Mattei e ammirare lo strepitoso panorama, raggiungete il minuscolo porto di Centuri. I ristorantini abbarbicati intorno all’approdo propongono le aragoste locali, pescate proprio qui. Io non le ho assaggiate ma Centuri mi ha conquistato per le sfumature di verde e di blu del mare che contrastano con la roccia scura e inaccessibile del suo litorale.
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La strada sale di nuovo, si fa strettissima tanto che è quasi impossibile fermarsi per fotografare le baie stupende che si scorgono laggiù in basso e che fanno venire voglia di raggiungerle per fare un tuffo.
L’Ansa di Aliso e la Plage de Giottani sono delle vere cartoline. Il mare è piatto e turchese, il maquis ricopre la montagna con le foglie argentee dell’elicriso e le bacche di lentisco in una tavolozza di colori perfettamente amalgamati. Il mediterraneo qui è intenso e profumato di sale e di libeccio, lo senti sulla pelle e lo respiri nel cielo terso.
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Accompagnati dal profilo della costa scoscesa, si raggiunge Nonza, un borgo molto vivace famoso per la sua spiaggia nera. Il colore è dato dai ciottoli della cava di amianto, ormai abbandonata, della vicina Canari. La spiaggia si raggiunge con una ripidissima scalinata di 500 gradini ma a parte la fatica (e il rischio amianto) la sua bellezza selvaggia si apprezza dall’alto da cui si leggono i messaggi scritti con i ciottoli bianchi: cuori, iniziali, disegni tribali.
Il tempo di una sosta e si riprende la strada che scende a Saint-Florent. Dopo i silenzi e i deserti di Capo Corso, il vociare dei turisti che affollano la piazza è quasi stonato ma il fascino di questa bella cittadina riprende presto il suo posto. Oltre il promontorio c’è la meravigliosa spiaggia di Salceccia e sui pendii, le vigne di Patrimonio producono un ottimo bianco. Ma ne parleremo più avanti.
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A fine giornata, un pò bruciati dal sole e storditi dal vento, non resta che ritornare con la mente alla bellezza di un angolo di Corsica ancora selvaggio e incredibilmente seducente.
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Sono approdata sull’articolo incuriosita dal titolo e beh…mi sono innamorata anche di tutto il resto. Non abbiamo mai avuto modo di visitare la Corsica poichè, viaggiando fuori stagione, temiamo sempre di trovare tutto chiuso e inospitale. Credo però che ne valga comunque la pena.
La stagione estiva in Corsica è molto lunga, fino alla fine di Ottobre i locali sono ancora aperti e penso che anche in altri periodi non sia mai inospitale
Mi incuriosisce parecchio la Corsica e mi piacerebbe visitarla. Non so se sia un pregiudizio o vi sia un fondo di verità: è vero che è cara come alcune località patinate italiane oppure no?
La Corsica è cara come un pò tutta la Francia… purtroppo ma non la paragonerei a certe località da vip nostrane che sono davvero inavvicinabili
La Corsica mi ispira parecchio! Mi piacerebbe fare un on the road magari partendo proprio da Capo Corso: le spiagge sono eccezionali e i panorami anche meglio e, da quello che mi hai mostrato, mi sembrano anche tutto sommato tranquille, proprio il tipo di luogo che mi piace!
Tieni conto che era già inizio Settembre, in ogni caso le spiagge di Capo Corso non sono mai affollate
La Corsica mi piace tanto, ha panorami che accontentano tutti e sentieri dove fare bellissimi trekking, mi hai fatto venire voglia di tornarci ancora
io non ho fatto grandi trekking anche se il Sentiero dei doganieri mi attira molto
La Corsica mi manca e allo stesso tempo mi attira moltissimo. Sembra un luogo selvaggio, tutto da esplorare, sia sul mare sia all’interno. Spero di poterci andare presto!
In effetti è così, la Corsica è ancora molto selvaggia e seppure così vicina alla Sardegna, ha paesaggi di montagna incredibilmente verdi