Dopo aver ripercorso con commozione la strada della marcia da Selma a Montgomery il nostro itinerario prosegue visitando, nel cuore dell’ Alabama, i luoghi della lotta per i Diritti Civili
Montgomery e Birmingham sono state teatro di avvenimenti importantissimi che hanno segnato la storia del Movimento per i Diritti Civili.
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l’Alabama dei Diritti Civili
Credo che l’Alabama sia lo Stato in cui ancora oggi si sentono maggiormente gli echi della storia: dalla Guerra di Secessione alla lotta per i Diritti Civili.
Alcuni degli eventi più crudeli, drammatici e significativi del lungo percorso verso l’uguaglianza si sono verificati qui. Non è facile adesso per me, visitatore, guardare oltre.
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Tuttavia il viaggio attraverso la campagna di soia, e pecan , i piccoli centri abitati lungo strade lunghissime costeggiate dalla ferrovia, con la loro piccola chiesa, sono a mio parere la vera essenza del “on the road”.
Montgomery: il no di Rosa Park
Montgomery è il capoluogo dell’Alabama, uno dei luoghi simbolo della lotta per i Diritti Civili.
il 1 dicembre 1955 Rosa Park venne arrestata perché si rifiutò di cedere il suo posto sull’autobus ad un bianco .
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Da quel momento, iniziò da parte della comunità nera della città il boicottaggio degli autobus che durò ben 381 giorni e costrinse infine l’amministrazione ad abolire la segregazione sui mezzi pubblici.
Quella fu la punta dell’iceberg di una sofferenza e una rabbia accumulate in anni di soprusi, prevaricazioni e ingiustizie subite dalle persone di colore.
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Solo grazie ad un leader illuminato come Martin Luther King, la ribellione non divenne violenta e incontrollata.
In un’intervista Rosa Park dichiarò:” ..qualcuno ha detto che quel giorno mi sono rifiutata di alzarmi perché ero stanca. Io ero solo stanca di subire”.
Il Rosa Park Museum sorge proprio di fronte alla fermata dell’ autobus dove, quella donnina minuta e coraggiosa, “mettendosi a sedere, si alzò per difendere i diritti di tutti e la dignità dell’America.” Così disse Bill Clinton nel 1999 consegnandole un’onorificenza.
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Cosa vedere a Montgomery
Capitare a Montgomery di domenica significa vivere tutta la tranquillità e la sonnolenza di una città del Sud.
I negozi e i musei sono chiusi, i ristoranti aprono tardi e le famiglie si godono il loro brunch prima di partecipare alle funzioni in una delle chiese delle numerose congregazioni religiose.
Si può approfittare della calma per fare una passeggiata lungo la Riverwalk, una grande piazza lungo il fiume Alabama raggiungibile a piedi dal centro.
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Qui si trova anche la vecchia stazione dei treni, rimasta a ricordare i tanti schiavi che vi hanno transitato.
Dopo il terribile viaggio dall’Africa e la vendita all’asta, gli schiavi venivano stipati sui vagoni per raggiungere le piantagioni a cui erano destinati.
Arrivati a Montgomery erano poi condotti in catene attraverso la città fino ad un deposito, per essere letteralmente “immagazzinati” in attesa della destinazione successiva.
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I numerosi ex magazzini che si trovano ancora a Montgomery sono stati riconvertiti in ristoranti e locali alla moda.
Uno di essi ospita, dall’aprile di quest’anno, il Memoriale alle vittime del razzismo in Alabama (National Memorial for Peace and Justice ) dedicato alle persone uccise nei linciaggi pubblici.
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Birmingham, “la città più segregata d’America”
Negli anni ’50 Birmingham fu definita da Martin Luther King “la città più segregata d’America”, tanto la separazione tra neri e bianche doveva essere netta e imprescindibile.
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Anche qui, come a Selma, il retaggio storico è ancora molto presente soprattutto nelle strade del quartiere a maggioranza nera. Quello, per intenderci, della 16ma strada dove sorge la Chiesa Battista che nel 1963 fu distrutta da un attentato del Ku Klux Klan. L’esplosione costò la vita a quattro bambine che in quel momento si stavano preparando per la Messa.
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Le tensioni sociali erano altissime in quegli anni al Sud, in particolare in Alabama, dove gli attentati contro le persone di colore erano all’ordine del giorno.
I bambini neri dovevano essere scortati a scuola dalla Guardia Civile e i membri del KKK bruciavano le croci nei giardini.
L’opinione pubblica – concentrata sulla Guerra del Vietnam – si era ormai abituata a questo clima di violenza ma l’efferatezza dell’attentato alla chiesa smosse le coscienze e l’atto venne pubblicamente condannato.
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Ripercorrere i momenti della lotta per i diritti civili
Di fronte alla Chiesa si può iniziare la visita del Birmingham Civil Rights Memorial Trail
Si tratta di un percorso molto toccante che copre sette isolati , dalla Sesta alla Sedicesima Strada.
Ventidue installazioni artistiche ricordano i momenti più importanti della conquista dell’uguaglianza.
Io mi sono emozionata tantissimo al passaggio con la raffigurazione dei cani che attaccano i passanti.
Una targa ci ricorda che il Capo della Polizia di Birmingham, James Connor soprannominato “Bull” (il toro) aveva sguinzagliato i cani contro i manifestanti così come aveva utilizzato gli idranti contro ragazzi indifesi.
Ancora una volta, in questo viaggio in Alabama nei luoghi della lotta per i Diritti Civili, rimango colpita da tanta crudele ingiustizia.
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Presso il Birmingham Civil Rights Institute , che ripercorre la storia del movimento per i diritti civili con particolare attenzione agli avvenimenti di Birmingham, si possono rivedere i filmati dell’epoca.
La repressione della polizia nei confronti dei manifestanti fu particolarmente violenta : il latrato dei cani di Bull Connor, e i volti incappucciati dei membri del KKK sconvolsero anche il Presidente Kennedy e attirarono l’attenzione pubblica sul movimento.
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Birmingham è oggi una città aperta, le testimonianze di cui abbiamo parlato sono state e sono tuttora fortemente educative per l’integrazione.
Sussistono tuttavia ancora delle separazioni e visitando la città si distinguono chiaramente i quartieri a maggioranza bianca e quelli dove vivono soprattutto persone di colore.
La strada per una vera uguaglianza è ancora lunga.
Che coincidenza! Proprio ieri sera, parlando con un amico del mio prossimo viaggio, lui l’ha ritenuto banale e mi suggeriva…l’Alabama!
Guarda, anche io quando parlavo del viaggio in Alabama ricevevo in cambio sguardi stupiti e (da parte di un americano di NY) anche un pò disgustate, invece per il significato che abbiamo voluto dare al percorso e anche per il fascino dello Stato in sè, mi è piaciuto molto
Mi hai fatto venire i brividi. Avevo già letto anche l’articolo su Selma, ma questo, non so perché, mi ha toccata ancora di più. La statua dei cani è terribile.
Anche a me Birmingham ha lasciato un segno profondo Chissà forse proprio per quelle installazioni, o per le foto, o per il fatto che c’erano poche persone in giro e il sorvegliante nero del parco aveva un manganello alla cintura…
Questa serie di articoli sono bellissimi! Li leggo sempre volentieri, per scoprire e ricordare tante cose che non vanno dimenticate.
La frase di Clinton riguardo Rosa Park è bellissima 😊
Grazie, anche a me ripercorrere quei luoghi è servito ad imparare, ricordare e – spero – a non dimenticare. Mai!
Queste sculture sono davvero impressionanti, ci riportano a tempi neanche troppo lontani e ci fanno riflettere sul passato e le sue incongruenze.
Mi sta piacendo molto il tuo racconto sull’Alabama, grazie.
Grazie a te che mi stai leggendo! La passeggiata tra quelle sculture così crude e la lettura dei pannelli con le foto dell’epoca e le descrizioni dettagliate di quello che era successo mi ha fatto venire le lacrime
Quando penso a “quella” Birmingham (e non a quella inglese) mi viene in mente Run Baby Run di Sheryl Crow, che in verso cita proprio la marcia di Birmingham.
In “questa” Birmingham sono successe cose terribili, per fortuna i musicisti hanno saputo fare la loro parte
Deve essere stato molto interessante, per di più sono itinerari e questioni che molti ignorano, sono molto incuriosita! 🙂
Avevo studiato un pò a scuola il problema della segregazione ma ero giovane e mi sembrava una questione lontana anni luce dal mio mondo. Invece adesso ahimè il tema ritorna attuale, per questo abbiamo scelto di approfondire e abbiamo imparato molto
Tutto questo mi tocca nel profondo perché sembra che in Italia siamo tornati molto indietro, a quei tempi. E non abbiamo un Martin Luter King. Tuttavia credo che, nel nostro piccolo, possiamo fare la differenza. Anche attraverso un post come questo.
Grazie Sara! Hai scritto una cosa bellissima. Hai ragione ognuno di noi può e deve fare qualcosa perchè tutto quello che è successo in America (e non molto tempo fa) non accada di nuovo da noi.
Ci sono luoghi che credo almeno una volta nella vita vadano assolutamente visitati: per ricordare e non ripetere. Questo percorso è sicuramente uno di questi..riflettere sempre!
Hai proprio ragione. Seguire così da vicino tutti quegli avvenimenti mi ha lasciato un segno indelebile
Il tuo post mi è piaciuto moltissimo anche perché ho letto diversi libri sull’argomento. Dev’essere molto commovente, ma anche istruttivo, vedere questi posti di persona. Speriamo che la storia passata ci insegni qsa!
Speriamo davvero Alessandra!
Purtroppo il razzismo è una piaga dura a morire. Rimango senza parole quando vedo tanta crudeltà rivolta verso i “diversi”. Che poi, diversi sono tutti: bianchi neri, ricchi, poveri, del Nord, del Sud, con lavoro, disoccupati… di destra, di sinistra…
Hai ragione: ognuno è diverso per qualcun altro… ma la cattiveria degli uomini è infinita