Il panettone a Milano è anche sospeso

Aggiornato 21 Novembre 2024

A Milano il panettone è il simbolo del Natale per eccellenza. Per non far mancare a nessuno questo dolce così amato, anche quest’anno, in alcune pasticcerie della città sarà possibile acquistare un panettone e lasciarne un altro già pagato, in “sospeso” per i meno fortunati.

L’iniziativa, che prende spunto dal “caffè sospeso” di tradizione napoletana, coinvolge tredici pasticcerie della città per un totale di ventitré punti vendita.

Ad ogni panettone lasciato dai clienti, le pasticcerie ne aggiungeranno un altro per raddoppiare il dono. Con l’edizione del 2024 siamo oramai al sesto anno: grazie alla generosità dei donatori sono stati distribuiti oltre 7.000 panettoni.

Quest’anno i destinatari del Panettone sospeso saranno due Hub di Aiuto Alimentare del Comune di Milano e, come sempre la Casa Jannacci, la Casa dell’Accoglienza di Via Ortles. Proprio ad un emarginato, Enzo Jannacci aveva dedicato una delle sue canzoni più belle e più famose.

Il panettone a Milano è anche sospeso
Ph dal web

Qui trovate l‘elenco delle pasticcerie dove dal 23 Novembre al 22 Dicembre è possibile aderire all’iniziativa “panettone sospeso”

Milan col coeur in man si dice dalle nostre parti. E mi piace pensare che questo gesto di generosità possa davvero aiutare le persone che vivono in situazione di disagio, a sentirsi meno sole a Natale.

Piccola curiosità. I paracarri stradali gialli sono chiamati dai milanesi "panettoni" per la loro forma arrotondata. L'artista Paolo Bordino, in arte PAO, per attirare l'attenzione della comunità, trasformerà alcuni "panettoni" in vivaci opere di street art. Un QR Code consentirà di accedere al sito panettonesospeso.org e conoscere le modalità per la donazione
Il panettone a Milano è anche sospeso
ph Pixaby

Alla corte di Ludovico il Moro, Signore di Milano i banchetti erano molto frequenti.

Quello del 24 Dicembre 1495 doveva però essere un’occasione speciale: la cena di Natale prevedeva numerose portate all’uso rinascimentale, difficili ed elaboratissime. Il capocuoco tutto preso dalla selvaggina e altre leccornie, inforna il dolce che aveva preparato e chiede ad un giovane sguattero di nome Toni, di sorvegliarne la cottura.

Com’è come non è, il Toni si addormenta davanti al forno e quando si riprende è ormai troppo tardi: il dolce della festa è irrimediabilmente bruciato.

Il panettone a Milano è anche sospeso
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Il cuoco disperato non può fare altro che presentare alla tavola dei Duchi, il dolce che il ragazzo aveva preparato per sé. Un impasto fatto con gli avanzi delle ciambelle, mescolato a uova, zucchero, canditi e uvetta.

Quando la Duchessa, dopo averlo masticato lentamente lo guarda interrogativa dice prontamente: L’è il pan del Toni….!, prendendo le distanze. Ma il Duca e i commensali applaudono estasiati.

Secondo un’altra versione, solo per il giorno di Natale i forni di Milano erano autorizzati a cuocere anche per la gente del popolo, il pane bianco, quello di lusso, il pan de ton.

Nella Milano poverissima di inizio ‘900, dopo la Grande Guerra, le famiglie avevano in tavola a Natale una pagnotta bassa e compatta. Furono due geniali pasticceri, Motta e Alemagna che negli anni ’20 provarono a versare l’impasto del panettone in una forma di carta che lo sosteneva durante la lievitazione.

Fu l’inizio della produzione in serie di un dolce che negli anni ’50 superò i confini della milanesità per diventare il dolce italiano di Natale.

Il panettone a Milano è anche sospeso
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Oggi sugli scaffali della grande distribuzione si trovano talmente tante versioni del panettone che non ci riesce più a raccapezzare. Tanto che la Camera di Commercio di Milano nel 2003 ha registrato il marchio Panettone Tipico della Tradizione Artigianale Milanese con tanto di disciplinare.

L’articolo 3 elenca gli ingredienti tra cui figurano farina, lievito, uova e soprattutto uvetta sultanina e scorze candite di arancio e cedro. Fatevene una ragione: il panettone è così oppure non è.

Il panettone perfetto, assolutamente di produzione artigianale, è soffice con l’interno di colore giallo, alveolato e omogeneo. Sprigiona un aroma golosissimo di burro, agrumi e vaniglia e si scioglie in bocca senza incollarsi al palato.

Secondo la consuetudine va mangiato tenendo la fetta nella mano sinistra staccando con la destra piccoli pezzetti di dolce. Solo se accompagnato dalla crema al mascarpone si usa il cucchiaio per spezzare e raccogliere i pezzetti.

A Milano, inoltre, è tradizione mangiare il 3 Febbraio, giorno di San Biagio, il panettone avanzato di Natale. Secondo la leggenda il vescovo e medico Biagio, salvò un ragazzo che stava per soffocare per aver inghiottito una lisca di pesce, facendogli mangiare del pane. Il folklore popolare ha fatto la trasposizione e a Milano, a San Biagio, bisogna mangiare il panettone per proteggersi la gola!

In fondo ogni giorno è perfetto per una bella fetta di panettone, lo sapeva bene la seconda moglie di Alessandro Manzoni che lo mangiava ogni mattina a colazione.

Il panettone a Milano è anche sospeso

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44 Risposte
  1. Proprio lo scorso anno ho partecipato ad un evento a Milano in cui hanno parlato anche di questa iniziativa che sinceramente trovo bellissima

  2. Non conoscevo la storia del panettone! È davvero molto bella. Io non amo molto i canditi e, sicuramente sbagliando, cerco i panettoni senza. Mi spiace per il povero Toni, ma proprio non riesco a cedere alla sua versione classica. Iniziative del genere dovrebbero essere all’ordine del giorno. Ma tutt’è cominciare con un esempio no!?

    1. Antomaio

      l’iniziativa è bellissima e davvero sull’esempio di Napoli bisognerebbe farlo ovunque e con qualsiasi cosa: se piace a noi dobbiamo pensare che potrebbe piacere anche a qualcun altro che però non può permetterselo.

  3. Stavo giusto cercando informazioni sulle origini del panettone ed Il tuo articolo capita a pennello: dato che lavoro come guida turistica, stavo preparando un tour natalizio nella mia città. Ormai nella capitale i dolci tradizionali romani come il pangiallo e il panpepato a malapena li vendono, trionfa il panettone pure qui!

  4. Dopo l’iniziativa del caffè sospeso ho scoperto quella del libro sospeso. Adesso inciampo in quella del panettone: ottima idea. Mi auguro che tante famiglia bisognose possano ricerverli.

    1. Antomaio

      e’ vero, anche io ho letto recentemente del libro sospeso e qui a Lodi facciamo in collaborazione con le farmacie il “farmaco sospeso” per i medicinali. Piccoli gesti di solidarietà.

  5. Hai pubblicizzato una stupenda iniziativa, le origini del panettone poi! Si impara sempre qualcosa di nuovo, io però non amo molto i canditi e lo preferisco addirittura senza uvetta.

    1. Antomaio

      Ma noooo! Il panettone senza canditi e senza uvetta non è panettone, è un altro dolce……però l’iniziativa del sospeso è proprio bella

  6. Proprio poco tempo fa ho scoperto la storia del “pan del Toni” grazie a un’amica che lavora per un’azienda che realizza i canditi per un’altra azienda che fa panettone. Come succede spesso le ricette migliori nascono da un errore 😉
    Mi sembra un’ottima iniziativa quella del panettone sospeso, altre città piccole e grandi dovrebbero imitare questo esempio.
    Buone feste ❤️

  7. Alessandra

    Ma che bella la storia del ‘pan del Toni’… non la conoscevo. A me piace molto inzuppare il panettone la mattina nel caffellatte. Che bontà tutta invernale!! 😋😋😋

  8. Buonissimo il panettone, io lo amo; quando vado in viaggio nel periodo natalizio, me lo porto sempre dietro altrimenti non mi sembra Natale.

    1. Antomaio

      ah ah bella idea portarsi il panettone! Anche io lo adoro e ti confesso che lo mangerei per tutto l’anno non solo a Natale

  9. Il dolce Natalizio per eccellenza, che tutto il mondo ci invidia (e imita ) che buono ! Molto bella l’iniziativa del panettone sospeso

    1. Trovo anche io che l’idea di donare un panettone alle persone meno fortunate sia un messaggio positivo soprattutto in un periodo di egoismi e frenesie

  10. Una bellissima iniziativa che non conoscevo, romaniticamente in linea con il detto “a natale siamo tutti più buoni”. Interessantissimo inoltre conoscere le leggende che raccontano la nascita di questo iconico dolce. Personalmente non amo ne il panettone ne il pandoro, ma mio marito “panettonaro” navigato fa cenno di si con la testa sentendo l’affermazione: il panettone è solo quello classico!

  11. Vado in controcorrente ma io preferisco di gran lunga il Pandoro (e mio suocero che è milanese me ne dice di tutti i colori per questa scelta!). Nonostante ciò non manca mai sulla tavola di Natale dei miei suoceri ed è tradizione per noi mangiarlo accompagnato dalla crema di mascarpone!

  12. Libera

    Ma questa iniziativa del panettone sospeso è davvero magnifica. Personalmente non ne avevo mai sentito parlare ma credo che sia perfettamente coerente con il vero spirito del Natale

  13. Questa cosa del panettone sospeso mi ha colpita, un bel simbolo di umanità in questo periodo difficile in cui viviamo. Non mi servono regali e decorazioni, sono anni che lo dico, questo è il Natale che voglio.

  14. Molto bella l’iniziativa del panettone sospeso, Non è proprio il mio dolce preferito (non mi piacciono i canditi), ma se me lo trovo davanti, una fettina la mangio lo stesso. 😁

    1. L’iniziativa è ammirevole perché il panettone a Milano è proprio il simbolo degli auguri di Natale, c’è in ogni casa e quando ci si ritrova prima delle feste è sempre per “una fetta di panettone”!

  15. Una bellissima iniziativa questa del Panettone sospeso. Ammetto che io preferisco il pandoro ma sono sicura che le donazioni saranno apprezzate ugualmente.

    1. Trattandosi di Milano non poteva che essere panettone ma ogni iniziativa solidale è la benvenuta e se ci fosse per il pandoro sarebbe altrettanto bello

  16. Marina

    Anche se per metà sono milanese, io sono team pandoro: scherzi a parte, trovo molto bella questa iniziativa che non conoscevo, che sarebbe bello fosse copiata anche in altre città.

  17. Davvero carina l’idea del panettone sospeso. Dopotutto non è Natale senza il panettone! Io personalmente da qualche anno li faccio in casa. Magari non saranno come quelli di Milano, ma fino ad ora sono finiti tutti!

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