Capita così, passeggiando tra il Pantheon e Piazza Colonna, di imbattersi quasi per caso nelle magnifiche undici colonne corinzie che sono quel resta del Tempio di Adriano. I turisti non resistono e si fermano per farsi un selfie davanti a questa testimonianza evidente della stratificazione della storia di Roma in una piazza che è un salotto. Io stessa ricordo le colonne annerite e seminascoste e mai mi sarei immaginata che raccontassero una storia tanto particolare.
Il recente restauro a cura della Camera di Commercio di Roma, che nel Tempio di Adriano ha la sua sede storica, ha permesso di far conoscere e valorizzare un monumento importantissimo e per certi versi anche simbolico.
Il Tempio infatti dall’anno scorso ha cambiato nome e si chiama Tempio di Vibia Sabina e Adriano. L’intitolazione all’imperatrice moglie di Adriano ha voluto “simbolicamente restituire alle donne il ruolo chiave che hanno rivestito nella storia influenzando i destini della Roma classica e del mondo moderno”, secondo il Presidente della Camera di Commercio di Roma Tagliavanti.
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Il Tempio di Adriano e lo splendore dell’antica Roma
La costruzione del Tempio fu iniziata da Adriano che lo volle dedicare alla moglie, Vibia Sabina, morta nel 136 d.C. Il suo successore Antonino Pio, terminò i lavori in onore dell’Imperatore che nel frattempo aveva divinizzato.
Il Tempio di Adriano era una costruzione maestosa. I lati corti erano costituiti da otto colonne corinzie in marmo bianco altre 15 metri e da tredici colonne identiche sui lati lunghi. Sorgeva su un alto piedistallo in peperino (all’epoca ricoperto di marmo) che è ancora visibile anche se il piano stradale risulta rialzato rispetto all’originale.
Era circondato da una grande piazza porticata con colonne in marmo giallo antico, aperta sull’attuale Via del Corso da un grande arco. Numerosi rilievi con le personificazioni delle provincie alternati a trofei decoravano il perimetro. Questo stava a significare la sottomissione delle provincie e un periodo di pace per Roma. Una sola testa è oggi visibile all’interno dell’Hadrianeum, gli altri reperti sono ai Musei Capitolini.
All’interno della cella si trovavano le statue gigantesche di Adriano e della moglie Vibia Sabina. Ed è proprio grazie a questa bellissima statua che ritrae l’Imperatrice come Demetra, trafugata e poi restituita, che il Tempio di Adriano ha cambiato nome ed è ora intitolato alla moglie.
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Le colonne, che hanno un diametro di quasi un metro e mezzo, erano trasportate a Roma in tronconi separati e poi montate con un ingegnoso sistema di perni colati nel piombo: i fori su cui si intersecavano le colonne sono ancora visibili.
La trabeazione è andata in gran parte distrutta ma ciò che resta rivela un lavoro minuzioso. Insomma, il Tempio di Adriano era bellissimo e imponente, adatto alla capitale di un Impero vastissimo che andava dall’Atlantico al Golfo Persico.
Il Tempio di Adriano, declino e rinascita
Poi la storia prese il suo corso, sul Tempio di Adriano scese l’oblio; l’incuria e i crolli lo trasformarono in una cava da cui attingere materiale per le nuove costruzioni. Non a caso la Piazza sui cui sorge, si chiama Piazza di Pietra. Le splendide colonne corinzie restarono a terra in mille pezzi tra le bancarelle del mercato e le ruote dei carri.
Nel Medioevo il Tempio divenne sede della Confraternita degli Orfani, tra le colonne rimaste si costruirono muri a cui addossare case e botteghe. Resta testimonianza di una croce incisa sulla quarta colonna a sinistra, probabilmente in quella che era la casa del maniscalco.
Il Papa Alessandro VII iniziò a riqualificare la zona e trasformò il Tempio- Confraternita, nel Palazzo della Dogana di Terra del Vaticano ovvero del luogo dove si radunavano le merci che arrivavano a Roma via terra.
Infine, nel 1831, Carlo Fontana incorporò la costruzione in un nuovo palazzo che divenne la Borsa di Roma. Questa restò attiva fino al 1997 quando venne unificata con quella di Milano. Sulla parete è conservato un orologio che riporta la data e l’ora dell’ultima contrattazione.
Oggi, come ho detto, il Tempio di Vibia Sabina e Adriano è la sede della Camera di Commercio. Le colonne sono ripulite e illuminate a all’interno di una delle sale si può assistere alla proiezione di un interessante filmato immersivo che racconta la storia del Tempio di Adriano.
Per info: Hadrianeum, l’Antica Roma come non l’hai mai vista.
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Adriano e Vibia Sabina: pettegolezzi dall’antichità
Adriano era il figlio adottivo dell’Imperatore Traiano e divenne il suo successore consolidando e amministrando le conquiste. Sotto Traiano infatti Roma raggiunse la sua massima espansione con le campagne di Dacia e del Golfo Persico.
Adriano era un uomo che piaceva: colto, filosofo, amante dell’arte. Pare che avesse una figura alta ed elegante con i capelli ricci e una folta barba. Fu il primo degli imperatori a portarla, secondo l’usanza greca. Aveva un fisico possente, era un eccellente cavaliere e un bravo tiratore con l’arco.
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Non nascose la sua relazione con il bellissimo Antinoo. Il giovane morì in circostanze misteriose nel 130 d.c. affogato nel Nilo durante un viaggio con l’Imperatore. Non si capì mai se fu un suicidio, un omicidio o addirittura un sacrificio ma Adriano soffrì tantissimo per la sua scomparsa tanto che lo divinizzò, istituì una festa nel giorno del suo compleanno e ne ordinò il culto in tutto l’impero.
Della moglie, Vibia Sabina, evidentemente Adriano non era altrettanto innamorato. Pare che, pur essendo bella con i capelli ondulati che circondavano l’ovale del viso con elaborate acconciature, fosse capricciosa e intrattabile. In ogni caso godeva dello status di moglie dell’Imperatore e venne a sua volta divinizzata.
Quello che conosciamo come il Tempio di Adriano era infatti dedicato alla “first lady” che ne ha ripreso il pieno possesso (almeno del nome) nel maggio del 2022. La bellissima statua in marmo bianco di Vibia Sabina che era stata trafugata insieme ad altri reperti e finita al Museo di Boston è tornata a casa ed è stata esposta per un mese al Tempio di Adriano che ora si chiama Tempio di Vibia Sabina e Adriano.
Come è stato detto: “rendiamo a Vibia quel che è di Vibia”!
Conosco pochissimo Roma, purtroppo, e mi riprometto sempre di tornarci ma poi non lo faccio mai. Mi hai fatto scoprire un angolo della città che non conoscevo, e soprattutto una storia di cui non sapevo nulla. Comunque la moglie, pur essendo insopportabile, l’ha avuta vinta! Non è andata altrettanto bene al povero Antinoo.
Adriano era disperato per la morte di Anitnoo però le circostanze non sono mai state del tutto chiarite… un bel giallo della storia
Non conoscevo le gesta di Adriano, ne che la sua bellissima moglie gli avesse usurpato il tempio! Anche se condivido l’idea di intitolarlo a entrambi, per mera par condicio.
in realtà era a lei che Adriano lo aveva dedicato poi, come spesso succede con le donne, il nome dell’Imperatore ha preso il sopravvento
Una storia affascinante che non conoscevo assolutamente. E’ da tanti anni che non ci passo ed effettivamente i lavori restauro sembrano essere venuti benissimo. Sicuramente una tappa durante un prossimo viaggio a Roma: già mi vedo li come Alberto Angela “ma lo sapevate che questo tempio è in verità intitolato alla moglie di Adriano?”
Ti vedo bene come Alberto Angela!! Un aperitivo al tramonto davanti alle colonne non è niente male
Io adoro il Tempio di Adriano, ogni volta che vado a Roma ci passo davanti anche più di una volta e le foto si sprecano, per catturare tutti i meravigliosi particolari!
Se hai un pò di tempo entra a guardarti la proiezione, ne vale davvero la pena
Non conoscevo assolutamente la storia della statua di Vibia ma adesso che la so… devo vederla!
Sento forte forte il bisogno di conoscere meglio questa poveraccia che passò la vita a farsi mettere in ombra dal bel Antinoo… anche se un po’ Adriano c’era da capirlo, visto che anche io sono innamorata di Antinoo dalla prima volta che ho visto una sua statua agli Uffizi…
Antinoo era davvero bellissimo però anche Viba non scherzava! La statua adesso è a Tivoli a Villa Adriana
Non sapevo di questa storia, ma trovo sia davvero simbolico e giusto dare anche il nome a lei.
D’altronde, è vero. Nell’antica Roma le donne avevano un ruolo importante
Anche a me è sembrato giusto che il tempio avesse il nome di Vibia, dopotutto era a lei che lo aveva dedicato Adriano
Davvero interessante questo racconto sul Tempio di Adriano. Effettivamente non è certo tra i principali luoghi inseriti nei classici itinerari turistici romani.
In realtà ci si passa spesso davanti perché è vicinissimo al Pantheon ma fino a poco tempo fa le colonne erano annerite e non valorizzate. Adesso anche la piazza è un vero salotto
Ma sai che sono stata tante volte a Roma e non ho mai fatto caso al Tempio di Adriano? Non ricordo di averlo mai veramente visto, eppure direi che si nota eccome! Un motivo in più per riorganizzare al più presto un viaggio a Roma!
Anche io non lo avevo mai notato ma ricordo le colonne annerite e un pò nascoste. Con il nuovo restauro e la bellissima illuminazione è impossibile non notarlo
E’ davvero una vita che non torno a Roma e sinceramente non conoscevo questa storia legata al tempo di Adriano e, soprattutto, a sua moglie a cui doveva essere originariamente dedicato. Anche se un po’ in ritardo, una piccola rivincita per noi donne, mi pare giusto! 🙂
Un minimo di giustizia nei confronti delle donne, mute protagoniste della storia, è doverosa
Eh, storie d’amore e tradimenti dall’antica Roma! E se Vibia Sabina era capricciosa e intrattabile, chiediamoci perché! Che rivalsa riprendersi almeno l’onore dell’intitolazione del tempio.
Un pò tardi ma in fondo è piccolo passo per la riabilitazione del ruolo delle donne nella storia
Ma dai quanti scandali più o meno segreti cela la storia! Non sapevo la storia del Tempio di Adriano, aggiunge un tocco di piccante alla bellezza del monumento. Stavo tra l’altro pensando che è da diversi anni che non vado a Roma…
Io adoro i gossip… e la storia dell’antica Roma è una fonte inesauribile di intrighi, segreti e tradimenti. Se poi aggiungi la bellezza indiscussa del monumento, hai creato il pomeriggio perfetto!