Si vede da lontano il campanile romanico dell’Abbazia di Pomposa che svetta nella livellata pianura ferrarese. Siamo nella zona dei Lidi di Comacchio, dove il Grande Fiume incontra il mare in un dedalo di canali.
E’ l’affascinante terra del Delta del Po, plasmata e modificata nel corso dei secoli dai capricci del fiume e dalla mano dell’uomo.
L’Abbazia di Pomposa testimonia di splendori e di declini e continua a incantarci con la sua bellezza solitaria.
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Lo splendore benedettino dell’Abbazia di Pomposa
Quando i primi monaci benedettini vi si insediarono nel VI secolo, Pomposa era un’isola tra i rami del Po di Volano e del Po di Goro. I terreni erano fertili, l’aria salubre e la posizione perfetta per i pellegrini diretti a Roma.
C’erano insomma tutte le condizioni per prosperare. E così fu. Intorno all’anno 1000 l’Abbazia di Pomposa era un centro spirituale molto importante con cento monaci e possedimenti che arrivavano fino al pavese e alle saline di Comacchio.
L’Abate dell’epoca, Guido degli Strambiati , era una persona carismatica, già in odore di santità per i miracoli che era in grado di compiere, tanto che divenne poi San Guido. A lui si devono la costruzione del campanile e parte degli affreschi della chiesa.
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L’Abbazia nel medioevo era un microcosmo perfettamente organizzato e gli edifici che la compongono , seppure rimaneggiati nel tempo, rispecchiano le loro funzioni.
Intorno al Chiostro, purtroppo quasi interamente perduto, si aprono la Sala Capitolare, il Refettorio e un grande spazio – la Sala delle Stilate – probabilmente usato come magazzino. Al piano superiore c’erano le celle dei monaci. La biglietteria è ospitata nel Palazzo della Ragione dove l’abate amministrava la giustizia civile.
Il declino iniziò nel 1152 quando il Po ruppe gli argini vicino a Ferrara e cambiò il suo corso. L’isola su cui sorgeva l’abbazia si ritrovò in mezzo alle paludi, la malaria decimò i monaci che nel 1300 erano solamente dieci.
A metà del 1600 il monastero fu soppresso e sull’Abbazia di Pomposa scese l’oblio. Divenne un magazzino agricolo ma si salvò da ulteriori spoliazioni e manipolazioni fino all’importante restauro del 1800 che ce l’ha restituita nel suo iniziale splendore.
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Come visitare l’Abbazia
Prendetevi il tempo per una visita guidata: Abdrea, il nostro infaticabile accompagnatore, ci ha fatto scoprire moltissimi dettagli e curiosità dell’Abbazia e dei suoi affreschi.
L’Abbazia di Pomposa è aperta tutti i giorni dal martedì alla domenica dalla 9,30 alle 19,30. Per informazioni sugli orari di apertura e le visite guidate potete visitare il sito: www.musei.emiliaromagna.it
Iniziate ad ammirare l’elegante campanile romanico che si staglia contro il cielo con i suoi 48 metri di altezza. Le piccole feritoie aperte sui lati nella parte bassa si trasformano in finestre, poi bifore, trifore e quadrifore sempre più ampie che danno luce, movimento e leggerezza alla costruzione. Quasi come il crescendo di una partitura musicale. Non è forse un caso che proprio qui il monaco Guido d’Arezzo per primo codificò e diede un nome alle note come le conosciamo oggi ; prima di lui ogni abbazia interpretava gli inni e i salmi a modo suo.
La facciata della chiesa è preceduta da un portico in stile ravennate realizzato con materiale di recupero. Sono visibile i fregi in marmo, le formelle e le lapidi provenienti da altri edifici. Fate caso alle bellissime finestre circolari e al simbolo dell’Abbazia di Pomposa, una sorta di sole con al centro un bacile di ceramica di tradizione copta.
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Gli affreschi dell’Abbazia di Pomposa
Nella Sala Capitolare, dove i monaci leggevano la Regola di San Benedetto e prendevano le decisioni della comunità, ammirate il bellissimo crocifisso in stile giottesco. L’influenza di Giotto si nota nella posizione della figura del Cristo, con il capo reclinato e il corpo abbandonato nel momento della morte a sottolineare la sua dimensione umana. Gli altri affreschi alle pareti, altrettanto interessanti, sono monocromi su uno sfondo che in origine era probabilmente verde scuro.
L’altro affresco degno di nota occupa l’intera parete del Refettorio. Sulla sinistra un’insolita Ultima Cena con il tavolo rotondo al quale siedono gli Apostoli, compreso Giuda che si riconosce perché è il solo che mangia; al centro un unico piatto contenente un pesce, simbolo del cristianesimo ma anche delle risorse del fiume. Sul lato destro è raffigurato il Miracolo di San Guido (abate di Pomposa) che trasforma l’acqua in vino sotto gli occhi meravigliati del Vescovo di Ravenna.
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L’interno della Chiesa
Passate infine al vero gioiello dell’Abbazia di Pomposa, la chiesa che sembra essere congelata al periodo medioevale. L’interno è a tre navate senza transetto come le chiese di Ravenna. Il pavimento un tripudio di mosaico con figure stilizzate di fiori e animali.
L’altare e il coro sono rialzati e costringono lo sguardo a volgere in alto e a leggere il bellissimo doppio ciclo di affreschi. La cosiddetta “Bibbia dei poveri” narra con le immagini le storie del Vecchio e del Nuovo Testamento perché i fedeli che non sapevano leggere potessero meglio ricordare quanto i monaci spiegavano dal pulpito.
Il Cristo in Gloria che si trova nell’abside è opera di Vitale da Bologna. Sulla controfacciata c’è un grande Giudizio Universale: a sinistra della porta i salvati, portati in cielo dagli angeli e destra i dannati tra i tormenti dell’inferno. Forse un monito sul corretto comportamento da tenere per coloro che uscivano dalla chiesa.
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Ci sono stata in gita ormai secoli fa! Devo dire che però non ho dei ricordi molto nitidi, ma le immagini comunque hanno risvegliato qualcosa nella memoria. Ho visto che tra l’altro è ad appena mezz’ora di macchina da Tresigallo per cui si potrebbero includere entrambe in un unico viaggio.
Infatti anche io ho visitato recentemente le due località nello stesso week end anche se a Pomposa ero stata altre volte ma senza la visita guidata che stavolta ha fatto la differenza
Quanto splendore che ci regala la nostra storia e la nostra nazione. Ogni edificio è un gioiello da tutelare e ammirare con grande stima. Non conosco molto bene i territori dell’Emilia, ma spero presto di poter organizzare un viaggio in zona e di inserire nell’itinerario anche questa deliziosa abbazia.
Sembra incredibile che in un luogo relativamente poco conosciuto ci sia un tale gioiello
Adoro visitare le Abbazie, sarò da quelle parti per un week-end fuori porta e l’ho già inserita nell’itinerario, grazie per avermela fatta conoscere!
Anche io amo le abbazie, ogni volta mi immagino al loro interno gli intrighi degni de Il nome della rosa!
Ho scoperto il Delta del Po da relativamente pochissimo tempo, e devo dire che è una zona che mi affascina tantissimo, soprattutto il ferrarese! Questo articolo mi è piaciuto tantissimo e grazie a te ho potuto scoprire un’abbazia meravigliosa che non vedo l’ora di visitare!
Io mi sono innamorata della zona del Delta e ogni volta che ci torno è una sorpresa
Abbiamo visitato più volte l’Abbazia di Pomposa, in diverse occasioni e in molte stagioni. Non solo perché la zona ci piace molto e ci capitiamo frequentemente, ma proprio per il senso di pace che restituisce. Se si visita durante la settimana, fuori dal periodo estivo, ci si ritrova immersi in un silenzio irreale che rende l’esperienza indimenticabile.
Hai ragione, in inverno con la nebbia sembra davvero di tornare all’epoca in cui l’Abbazia era popolata dai monaci
La fama di Pomposa la precede letteralmente e il suo fascino è davvero indiscutibile. Mi piacerebbe molto visitarla dato che ancora non ne ho avuto l’occasione. Ma se ci sono luoghi storici questi chiamano ed io… Rispondo!
e poi non è lontana dal mare….
L’Abbazia di Pomposa è davvero spettacolare. È vicinissima a casa mia ma non l’ho ancora visitata internamente. Grazie per gli spunti per prenotare la visita.
Sono certa che rimarrai sorpresa dalla sua bellezza
Davvero suggestiva questa chiesa. Conosco davvero poco di quelle zone ma resto affascinata dagli affreschi ogni volta.
gli affreschi del periodo medioevale sono incredibilmente affascinanti
Non conosco quest’abbazia ma sembra molto bella e gli affreschi ben conservati, soprattutto l’ultima cena
L’ultima cena è davvero originale e molto ben fatta
Che meraviglia l’abbazia di Pomposa! L’avevo studiata a scuola ma poi ci sono stata solo di recente, pochi anni fa tornando da un giro in Romagna. Adoro le chiese romaniche, gli affreschi medievali, è un luogo che mi trasmette pace e tranquillità.
Un luogo ancora perfettamente conservato che testimonia la ricchezza del medioevo
Ho visitato l’Abbazia di Pomposa tantissimi anni fa, accompagnavo una classe in gita scolastica. Ma, come sempre capita in queste situazioni, non me la sono goduta per niente; penso che ci tornerò per ammirarla nella sua bellezza!
immagino che con i ragazzi della scuola non si riesca a concentrarsi sulla bellezza del luogo….. 🙂 ne puoi approfittare adesso e visitarla in tutta tranquillità