Dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano oggi partono i treni regionali. Ogni giorno migliaia di persone transitano lungo questa banchina senza rendersi conto di trovarsi in un luogo simbolo della nostra storia.
Un totem informativo, inaugurato nel 2023 nell’ambito delle iniziative legate al Giorno della Memoria, ricorda il significato di questo spazio. Tra il 1943 e il 1945 migliaia di persone, soprattutto ebrei ma anche tanti oppositori politici, furono deportate nei campi di sterminio partendo proprio dal binario 21.
Un video trasmette la testimonianza della senatrice Liliana Segre che il 30 gennaio 1944, a tredici anni, salì con la famiglia su di un treno diretto ad Aushwitz.
Per non cedere all’indifferenza del male, è importante soffermarsi a riflettere.
E’ successo qui, nella nostra Milano: di notte, dal ventre della stazione, stipati su carri bestiame, partivano i carichi umani nemici dello Stato.
Nell’area sotterranea della Centrale, che in origine era adibita al carico delle merci, ora sorge il Memoriale della Shoah.
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Il luogo e la storia del Binario 21
Per capire esattamente cos’era il famigerato Binario 21, bisogna fare un passo indietro nella storia.
La Stazione Centrale di Milano era stata progettata all’inizio del novecento in maniera moderna e razionale. L’architetto Ulisse Stacchini aveva pensato ad una struttura su due livelli, uno per il trasporto dei passeggeri e l’altro, sottostante, dedicato alla movimentazione delle merci.
Le due attività si svolgevano in modo parallelo ma indipendente. Il piano sotterraneo utilizzato dalla Regie Poste, anche se involontariamente, è sempre stato sconosciuto ai non addetti ai lavori.
Quando, dopo l’armistizio del 1943, i nazisti e i fascisti requisirono la stazione, scoprirono che era perfetta per il loro scopo ovvero quello di deportare nei campi di concentramento gli ebrei che si trovavano sul suolo italiano.
Il terribile piano di sterminio era iniziato ben prima, quando nel 1937 iniziò in Italia una campagna antiebraica. Nell’agosto del 1938 ebbe luogo il censimento degli ebrei che consentì la loro identificazione, schedatura e mappatura.
Con le leggi razziali, votate all’unanimità dal Parlamento italiano e firmate dal re e dal Duce, in pochi mesi gli ebrei furono interdetti dagli impieghi pubblici, banditi dalle scuole, discriminati giuridicamente.
Il Congresso di Verona del 14 Novembre 1943 dichiarò che gli ebrei che si trovavano nelle zone occupate erano “nemici dello Stato” da catturare e sterminare. Grazie agli elenchi precisi del censimento, le SS prelevarono casa per casa le persone di razza ebraica per arrestarle e deportarle.
Il primo treno che partì dal binario 21 il 6 Dicembre 1943 era diretto ad Aushwitz.
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Il progetto del Memoriale della Shoah
Il Memoriale sorge nel luogo esatto in cui si svolsero i fatti di cui è testimone. Non è un museo ma un documento storico che narra la Storia e le storie.
Dopo la fine della guerra, nel resto di Europa ci si affrettò a cancellare le tracce dell’orrore. In Italia il processo fu più lento, l’oblio dei luoghi avvenne attraverso le loro successive trasformazioni. Il piano inferiore della Stazione di Milano è l’unico luogo della deportazione in Europa rimasto come era.
Il progetto del Memoriale della Shoah, affidato allo studio Morpurgo de Curtis si è basato sul recupero fedele dell’area dove gli spazi dialogano tra loro.
I materiali utilizzati sono quelli della costruzione iniziale: ferro, cemento, sassi. Tanti sassi, che hanno una forte accezione simbolica.
La tragedia dello sterminio pesa come un sasso sulle nostre coscienze, i sassi costituivano la massicciata delle ferrovie dove transitavano i vagoni dei deportati. E ancora, gli ebri usano lasciare un sasso sulle tombe dei propri defunti che, diversamente dal fiore che poi appassisce, dura in eterno.
Il vetro, invece, è un invito a non distogliere lo sguardo ed è anche un modo di mettere in comunicazione questo luogo con la città che all’esterno si muove con i suoi ritmi frenetici.
L’illuminazione è volutamente soffusa, le pareti grezze mostrano le imperfezioni della costruzione in una continua contaminazione tra tempo, materia e memoria.
Le installazioni sono integrate con l’ambiente ma allo stesso tempo rendono l’evento molto soggettivo dando alla memoria una dimensione etica.
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La visita del Binario 21 – Memoriale della Shoah
Potete raggiungere il Memoriale della Shoah di Milano a piedi costeggiando il lato sinistro della Stazione Centrale fino ad arrivare in Piazza E.J. Safra,1. E’ aperto tutti i giorni dalla 10,00 alle 16,00, il Sabato e Domenica fino alle 18,00 e si può visitare liberamente anche se io suggerisco di prenotare la visita guidata di circa 45 minuti. Per info: www.memorialeshoah.it
L’atrio è dominato da un importante muro in cemento con la scritta Indifferenza. Il muro, l’indifferenza, blocca la vista di quello che succede dall’altro lato facendo diventare invisibili le vittime che fino a pochi giorni prima vivevano perfettamente integrate nella società italiana. Oltrepassare quel muro significa distruggere uno dei motivi che hanno reso possibile le deportazioni, l’indifferenza appunto.
Attraverso una rampa entrerete nel Memoriale vero e proprio, un mondo buio che sottolinea la memoria del passato.
Un cilindro conico vi condurrà dalla luce della piazza all’angoscia del binario. E’ L’Osservatorio, un’installazione a sbalzo sui binari sotterranei della stazione. Le pareti che si restringono vi produrranno una sensazione di angoscia e un sistema di lenti che impedisce la visione nitida del binari vi farà vivere la paura dell’ignoto.
Poi vi troverete sulla banchina di fronte a vagoni identici a quelli utilizzati per le deportazioni; gli originali non tornavano indietro ma venivano distrutti una volta giunti a destinazione. Immaginate il buio, squarciato a sprazzi dalle luci delle torce dei soldati, i pianti, la confusione, gli ordini urlati in tedesco. Immaginate di non essere più uomini, donne, bambini ma “Stüke”, pezzi, da caricare e trasportare.
Nei carri bestiame dove si potevano legare otto cavalli, venivano stipate anche ottanta persone che dovevano affrontare senza acqua né cibo, un viaggio di dieci giorni. Molti morivano durante il tragitto.
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I viaggi dal binario 21
Una volta riempiti e piombati, i vagoni salivano al piano superiore della stazione attraverso un carrello traslatore ancora ben visibile.
I treni dei deportati partivano dai binari 18 e 19, quelli appena fuori dalla grande cupola della stazione. Il binario 21 che è diventato il simbolo della tragedia è in realtà una costruzione giornalistica, dato che il ventunesimo è l’ultimo binario esterno visibile dal tunnel. Ma questo poco importa.
Le partenze avvenivano di notte. Durante il giorno, nel piano sotterraneo della stazione, si continuavano a movimentare le merci.
Sul pavimento della banchina troverete venti targhe, una per ogni treno partito da Milano: il primo nel dicembre del 1943 e l’ultimo a gennaio del 1945. Liliana Segre dopo essere stata portata al carcere di San Vittore, partì con il secondo convoglio, quello del 30 Gennaio 1944.
Vengono i brividi a leggere i nomi di Auschwitz, Bergen Belsen Mauthausen ma anche Fossoli, Verona, Bolzano, i centri di smistamento sul suolo italiano.
Dal binario 21 di Milano partirono davvero moltissime persone: ebrei, oppositori politici e soldati che si erano rifiutati di aderire alla Repubblica Sociale. Sul muro in fondo alla banchina sono proiettati i 774 nomi dei deportati dei primi due treni, gli unici di cui si hanno informazioni complete, a rappresentare tutti coloro che sono partiti.
Tornarono in 27, i loro nomi sono evidenziati in arancione. La sola ancora in vita è la Senatrice Segre.
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Il luogo della Riflessione
Terminerete la visita del Memoriale con un percorso a spirale leggermente instabile, un invito a non abbassare mai la guardia. Questa installazione è un luogo di meditazione e di preghiera, laico per definizione, appartenente a tutti. Si tratta di uno spazio vuoto proiettato verso l’alto, è la fine del viaggio e l’inizio di un nuovo presente. Al centro una barra di metallo illuminata, indica l’Est ovvero Gerusalemme la città santa per le tre grandi religioni monoteiste e la città verso cui si rivolgono gli ebrei in preghiera.
Ritornando verso l’uscita troverete delle strutture cubiche. Sono le Stanze della testimonianza, all’interno delle quali si proiettano interviste racconti di sopravvissuti. Sono tutte diverse tra loro così come lo erano le vittime della deportazione.
Prima di uscire riguardate la scritta sul muro, la nostra indifferenza non può permettere che orrori simili possano di nuovo accadere.
Il 27 Gennaio è il Giorno della Memoria e la visita al Memoriale della Shoah di Milano sarà gratuito. Quest’anno, 2025, ad accompagnare il pubblico, oltre agli studenti di due licei, ci saranno alcune persone detenute nel carcere di Bollate. E’ un momento per portare al centro del dibattito pubblico il tema della giustizia riparativa.
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Purtroppo la storia non ci ha insegnato nulla e a quanto ho capito, più passano gli anni e più questa memoria vacilla. Ci sono ancora migliaia di campi di lavoro e di sterminio nel mondo, di cui nessuno parla e di cui gli stati non Si interessano minimamente. La diversità ancora è vista come una gramigna da bruciare, e tanti sono gli esseri umani ancora legati ad un sistema schiavista, privo di diritti e pregno di privazioni. Credo che ricordare non basti più, o che non serva più di tanto. Bisognerebbe agire. Ma non è facile. lo so.
E’ un pensiero che faccio anche io, intanto ho cominciato a scriverne e a parlarne. Sai che per molti si dovrebbero cancellare questi luoghi perché ormai fanno parte del passato e bisogna solo guardare avanti?
Non sapevo dell’esistenza di questo memoriale, e in effetti si fa fatica a pensare che i treni diretti verso i campi di sterminio potessero partire da un posto vicino come Milano. Sono sempre immagini che fanno riflettere, così come mi ha fatto riflettere la visita ad Auschwitz qualche anno fa.
Credo che ognuno di noi dovrebbe visitare un memoriale o un luogo simbolo della Shoah per non dimenticare l’orrore.
Pensa che partivano dai sotterranei della stazione di notte mentre di giorno continuavano a transitare merci e passeggeri. Era sotto gli occhi di tutti e nessuno vedeva, da questo punto di vista il muro Indifferenza è molto significativo
La Shoa è un argomento al quale sono molto sensibile; se durante i miei viaggi incontro un luogo che ha fatto parte di questa triste storia vado a visitarlo senza indugi. Mi piacerebbe molto vedere il Memoriale di cui parli nell’articolo!
E’ un luogo molto suggestivo dove è impossibile non fermarsi a pensare
Questo è un luogo che ho aspettato per anni di poter visitare e quando finalmente l’ho fatto è stata un’emozione molto forte. Un luogo sicuramente da valorizzare e visitare
Trovo che gli architetti che hanno seguito il progetto abbiano fatto un lavoro magnifico di recupero soprattutto e di simbologia
Il mio compagno ha visitato il Binario 21 con la classe in cui fa l’educatore lo scorso ottobre. Io non sono ancora riuscita a trovare il momento opportuno per vederlo e rimanere in silenzio, in contemplazione.
Bravo! Ha fatto bene a portare i ragazzi al Binario 21
Non sapevo dell’apertura di questo memoriale e non sapevo nemmeno che Milano fosse l’unica città ad avere ancora un luogo di deportazione intatto.
Sicuramente un luogo che invita alla riflessione e a un momento di raccoglimento e tristezza.
E’ rimasto intatto perché si è continuato ad usarlo per trasportare le merci… come se dimenticando si potesse cancellare
La prossima volta che verrò a Milano non mi lascerò scappare questa visita. Grazie per il consiglio, effettivamente si passa spesso dalla stazione centrale ma si tende a considerarla solo come luogo di transito e non come depositaria di una così importante memoria storica
sembra impossibile che nei sotterranei di una stazione così frequentata si potesse consumare l’orrore
Sembra davvero impossibile che sia accaduto tutto questo, ogni volta che leggo un pezzo relativo alla nostra storia faccio questa considerazione. Un luogo davvero toccante, di cui non conoscevo l’esistenza, sicuramente vale la visita non solo il 27 gennaio ma sempre. Grazie per averlo condiviso
Esatto, la memoria va conservata sempre
Mi vergogno a dirlo ma non l’ho ancora visitato. Veramente un luogo da visitare per non dimenticare, il fatto di averlo pensato in stazione, da dove partivano i treni, rende tutto ancora più toccante e ci fa sentire tutti coinvolti. Avremmo potuto essere noi a partire.
E’ il luogo esatto rimasto come era, pensa che dopo la guerra da lì hanno continuato a movimentare le merci come se non ci fosse stato nel mezzo il delirio della follia
Davvero non sapevo che ci fosse un luogo così toccante alla stazione centrale di Milano, la prossima volta che arriverò in stazione vorrei andare fino al Binario 21.
Se sei in stazione devi costeggiare il lato destro uscendo, non occorrono prenotazioni però per la visita guidata devi controllare gli orari
Rimane importantissimo ricordare gli eventi storici che sono avvenuti e che si tende invece a dimenticare. L’attivismo della senatrice Segre e inaugurazioni simili a queste mantengono la memoria viva su tutte quelle vite perse.
Ora più che mai
Importantissimo questo tuo articolo, credo che in pochi compresa me, conoscano questo luogo impressionante, straziante, affascinante, brutto e bello allo stesso tempo. Trovo doveroso farne conoscere l’esistenza, grazie che ne hai scritto.
Straziante è l’aggettivo che meglio si addice a quel luogo
Non conoscevo affatto l’esistenza di Binario 21 e devo ringraziarti per avermelo fatto scoprire.
Un luogo denso di significato
Proprio in occasione dell’inaugurazione, nel 2023, Fabio Fazio aveva fatto uno speciale insieme a Liliana Segre che avevo seguito con emozione. Insieme avevano ripercorso la storia di quel luogo e della vicenda della giovane Liliana Segre.
Tutti dovremmo visitare il Binario 21 per renderci conto degli errori fatti nel corso della storia e imparare a non ripeterli.
E’ un luogo tristissimo e pensare che si trova sotto alla stazione, dove migliaia di passeggeri transitavano e transitano ogni giorno ignari di quello che succedeva