Nonostante sia chiusa per restauri, anzi proprio grazie a questo, la Cappella Brancacci è una tappa imperdibile a Firenze in questo momento.
Da Gennaio infatti, sarà possibile salire sui ponteggi e ammirare da vicino i capolavori di Masaccio, di Masolino da Panicale e di Filippino Lippi che si sono avvicendati nella sua decorazione.
La Cappella Brancacci e la sua storia tormentata
La Cappella Brancacci si trova all’interno della Basilica di Santa Maria del Carmine, nel quartiere d’ Oltrarno a Firenze. Ha subito numerosi rifacimenti dopo il devastante incendio del 1771 che, fortunatamente, risparmiò la Sagrestia e la Cappella.
Il ricco e importante mercante Felice Brancacci commissionò nel 1423 gli affreschi della Cappella che dovevano raccontare la storia di San Pietro e, indirettamente, celebrare l’autorità della Chiesa.
Masolino da Panicale e Masaccio vi lavorarono insieme. Poi uno partì per l’Ungheria e l’altro si trasferì a Roma e l’opera restò incompiuta
Pochi anni dopo, Brancacci cadde in disgrazia a causa delle sue posizioni politiche contro i Medici e andò in esilio. La Cappella venne intitolata a Santa Maria del Popolo e si eliminarono tutti i riferimenti alla famiglia che l’aveva commissionata.
Tra il 1481 e il 1483, Filippino Lippi finì il recupero e completò le scene mancanti.
Verso la fine del 1600 si coprirono le nudità di Adamo ed Eva con dei tralci di edera.
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La Cappella cambiò proprietario diverse volte e subì vari rimaneggiamenti finché agli inizi del 1900 si decise per un restauro conservativo e, direi, decisivo.
L’eliminazione di una parte dell’altare settecentesco consentì di comprendere il significato degli affreschi. Ripuliti dal nero dovuto al fumo delle candele, i colori tornarono a splendere e anche i Progenitori recuperarono la loro fisicità naturale.
Un altro importante restauro nel 1990 ha riportato la Cappella a quella che doveva essere nelle intenzioni del committente. Con grande stupore comparvero i colori brillanti voluti da Masaccio e quelli più delicati di Masolino.
Purtroppo a causa del deterioramento delle pitture, si rende necessario un nuovo intervento e la Cappella Brancacci resterà chiusa per almeno tre anni.
La possibilità di approfittare dei ponteggi per una visita “faccia a faccia” con i personaggi degli affreschi rende meno triste la notizia della sua inagibilità.
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Il ciclo degli affreschi
Il ciclo di affreschi della Cappella Brancacci fu definito da Ingres la “culla della pittura”.
Gli episodi narrai sono tratti dai Vangeli e dalla Leggenda Aurea e narrano la vita di Pietro dalla cacciata dal Paradiso (che rappresenta la caduta dell’uomo nel peccato) alla Crocifissione.
Al di là delle storie narrate, la cosa che veramente sorprende è la bellezza delle figure, i colori, le espressioni dei personaggi e gli sfondi del paesaggio.
Masaccio morì giovanissimo – a soli 26 anni – ma frequentò artisti importanti da cui imparò molto. In particolare apprese dal Brunelleschi lo studio della prospettiva che applicò alla Cappella Brancacci lavorando contemporaneamente a Masolino da Panicale.
Ognuno dei riquadri sulle pareti ha un suo punto di fuga che combacia perfettamente con quello del quadro nella parete opposta creando un senso di profondità.
I dipinti sulla parete di fondo convergono sul centro della parete. In questo modo lo spettatore si sente esattamente al centro della scena.
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Da Donatello, Masaccio apprese a dare emozione alle figure.
Un chiaro esempio si nota analizzando le due “cacciate dal Paradiso” affrescate nella Cappella Brancacci. Nel dipinto di Masolino da Panicale intitolato “La tentazione, ” Adamo ed Eva mantengono un certo contegno, le figure sono morbide e plastiche. I personaggi di Masaccio, invece, sono invece ripiegati su stessi ed esprimono indubbiamente dolore e vergogna.
La cosa che mi è piaciuta di più di questi affreschi è la rappresentazione della Firenze del 1400. I personaggi del Vangelo indossano gli abiti dei mercanti fiorentini, le città e i paesaggi sullo sfondo sono quelli riconoscibili della Toscana. Addirittura i volti di alcuni protagonisti sono quelli degli artisti dell’epoca. Nell’episodio di San Pietro in cattedra ci sarebbero i ritratti degli stessi Masaccio e Masolino e quelli di Leon Battista Alberti e Filippo Brunelleschi.
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Si potrebbe restare lì per ore a scoprire i dettagli dei personaggi ritratti, a leggere negli sguardi il significato dei gesti e ammirare la perfezione degli abiti e la brillantezza dei colori.
Per maggiori informazioni sugli orari delle visite potete visitare il sito dei Musei civici fiorentini.
Una tappa che mi manca a Firenze, anche perché non conoscevo affatto la Cappella Brancacci. Ma devo dire che in effetti, soprattutto in occasione dei miei ultimi viaggi a Firenze, mi sono dedicata più al cibo che alla cultura 😉 Ma devo assolutamente rimediare!
effettivamente a Firenze si mangia davvero bene.. però bisogna nutrire anche l’anima!
Ricordo quando la studiai all’Università. Rimasi impressionata dalla bellezza di questi affreschi e dalle tecniche che utilizzavano all’epoca. Purtroppo non l’ho mai vista dal vivo, ma spero di rimediare!
dopo i restauri sarà ancora più bella
Sono davvero affascinata dalle bellezza e dalla perfezione di questo ciclo pittorico. Sicuramente un posto da tenere in considerazione se ci Si trova nella meravigliosa Firenze.
io resterei per ore ad ammirare la delicatezza dei volti e i bellissimi abiti
Mi hai dato un’ottima idea ! Devo assolutamente informarmi per prenotare questa visita , è imperdibile . Firenze poi per me è davvero dietro l’angolo .
credo che durante tutto il periodo dei restauri i dipinti siano accessibili dai ponteggi
Manco da tanto da Firenze e quando leggo questi tuoi articoli mi viene una voglia matta di fare la turista nella mia meravigliosa città.
hai davvero una grande fortuna ad essere di Firenze anche se adesso hai altre bellezze da ammirare
L’ho visitata molti anni fa ed è stata un’esperienza incredibile. Mi hanno colpito le prospettive e i colori: una vita intensa e pregna di arte e sentimento. L’idea di guardare quelle pennellate da vicino mi attira moltissimo. Magari organizzo un weekend!
anche a me hanno stupito le prospettive e quei paesaggi toscani che si inseriscono alla perfezione nei racconti della vita di Pietro. I costumi dell’epoca, quei colori stupendi e ii visi così espressivi da vicino devono quasi parlare
Che meraviglia questi affreschi! Tra l’altro vorrei tanto andare a Firenze nei prossimi mesi, quindi mi segno questa bellissima Cappella!
Io ci sono stata due volte negli ultimi anni ed è sempre un’emozione grande guardare la perfezione dei dipinti e soprattutto la bellezza dei colori
Da laureata in storia dell’arte, la Cappella Brancacci è stata una tappa obbligata da visitare, meravigliosa! Mi hai dato una grande notizia perchè voglio assolutamente salire sui ponteggi, così come tanti anni fa salii su quelli della Cappella Sistina.
che bello essere laureata in Storia dell’Arte!