Era il Giugno del 1577 quando El Greco, a Toledo, rimase folgorato dalla luce magica che avvolgeva la città. Nel lungo tramonto estivo, la mole possente dell’Alcazar e il campanile appuntito della Cattedrale, si stemperavano in una tavolozza di rosa e di viola che contrastavano con il marrone della roccia. Fu in quel momento, immagino, che Doménikos Theotokópoulos da Creta decise che quella sarebbe stata la sua patria.
E così fu: El Greco a Toledo restò fino alla morte, continuamente incantato dal paesaggio mutevole e dai cieli tormentati della città castigliana, che gli davano il materiale giusto per i suoi quadri.
Lavorò moltissimo e le sue opere sono un pò dovunque, tanto che un itinerario sulle orme di El Greco è forse il modo migliore per innamorarsi di Toledo.
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El Greco a Toledo, la casa museo della Juderia
Inizierei la passeggiata alla scoperta di El Greco, dalla Casa Museo nel cuore del quartiere ebraico della Juderia. La casa non è quella originale ma il Marchese de la Vega, proprietario anche dell’abitazione del pittore, volle ricostruire in questo edificio lo studio e alcune stanze che ricreassero l’atmosfera della Toledo di fine ‘500.
Per volere di Filippo II, alcuni anni prima la capitale dell’impero, era stata spostata Madrid ma paradossalmente questo periodo fu di grande fermento per la città di Toledo. I privati fecero costruire importanti opere come l’Ospedale voluto dal Cardinale Tavera, i conventuali commissionarono pale d’altare e i nobili vollero i loro ritratti.
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Si inserisce in questo contesto la ricchissima collezione del Museo che comprende i quadri degli Apostoli. Dodici ritratti, con quello di Gesù, veramente spettacolari. I visi sono allungati, gli sguardi schivi, gli occhi spiritati in un’estasi mistica accentuata dal colorito verdognolo degli incarnati. Le mani sono esili, con le dita sottili che ricordano le icone bizantine, in netto contrasto con i corpi resi massicci dai mantelli rigonfi e appena sfumati. I colori invece sono intensi anche se le ampie pennellate creano un effetto di costante sfocatura.
El Greco arrivò a Toledo dopo essersi fermato a Venezia incantato da Tiziano e Tintoretto da cui prese una certa decisione nel colore e una nota di dolcezza nelle rappresentazioni.
Io personalmente sono rimasta incantata da due piccole crocifissioni. Il Golgota è deserto, non ci sono altri personaggi, una nube scura e minacciosa si attorciglia quasi alla croce dove il Cristo è terribilmente e umanamente solo.
Per info e orari: El Museo del Greco
Entierro del Conde de Orgaz, il quadro più famoso
A meno di due minuti a piedi dal Museo, si trova la Iglesia de Santo Tomé. La cappella sulla destra custodisce il famoso “Entierro del Conde de Orgaz”. L’opera, dipinta da El Greco a Toledo nel 1586, si riferisce al miracolo secondo cui il devotissimo Don Gonzalo Ruiz, conte di Orgaz, morto nel 1332, fu accompagnato nella tomba da sant’Agostino e Santo Stefano.
L’opera, di fortissimo impatto, è nettamente divisa in due registri. Nella parte inferiore i nobili dell’epoca, completamente vestiti di nero assistono alla sepoltura mentre un angelo trasporta verso il cielo l’anima del conte. La luce intensa emanata da Cristo illumina invece la scena del registro superiore.
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Nella teatralità di quest’opera si potrebbe leggere un’anticipazione del barocco. A me piace invece pensare che El Greco abbia creato uno stile personale, fuori dai canoni ed estremamente moderno con un utilizzo originale dei colori freddi a definire il soprannaturale.
Si dice che il pittore usasse come modelli i mendicanti e i malati di mente per avere un’espressività allucinata che si avvicinava all’estasi. Spesso le sue figure appaiono deformate, con gli arti come strappati in gestualità innaturali. E’ il suo modo di dipingere la spiritualità, con un fervore e un pathos che ben si conformano all’animo spagnolo delle esasperazioni: gioia infinita o dolore straziante.
Piccola curiosità: il bambino in primo piano che indica la scena sarebbe il figlio di El Greco che tiene in mano un cartiglio con la sua data di nascita. Il pittore avrebbe inserito anche se stesso nel dipinto, tra i nobili è quello che guarda verso lo spettatore. Tra le anime dei beati invece si riconosce Filippo II che però all’epoca non era ancora morto, il ritratto è forse un augurio…
Per info e orari: Iglesia de Santo Tomé
Quel Cristo spogliato nella Cattedrale
Resta indimenticabile per chiunque entri nella Sagrestia della Cattedrale, la pala dell’altare con la toccante Spoliazione di Cristo, conosciuta come “El Expolio”.
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La macchia rossa della veste di Gesù arriva direttamente al cuore così come l’espressione di infinita pena che trasmette il suo volto. Lo spazio della tela è interamente occupato dalle figure tra cui spicca quella lunga ed esile del Cristo, la cui tunica sarà tirata a sorte dai soldati romani. E’ uno stile assolutamente inusuale per l’epoca, una simile unificazione della superficie del quadro si vedrà solo con i post impressionisti.
Il Capitolo della Cattedrale per questo capolavoro pagò a El Greco un compenso molto inferiore a quello pattuito. Gli contestarono infatti la presenza, nell’angolo in basso a sinistra, della Madonna, della Maddalena e di San Giovanni che i Vangeli non nominano.
La modernità di El Greco non fu del tutto capita dai committenti della Cattedrale di Toledo. Presto smisero di affidargli lavori a beneficio di altri artisti più conformati anche se sicuramente meno dotati.
Non è possibile visitare la Cattedrale la domenica mattina durante le celebrazioni. Per ulteriori informazioni sugli orari: www.catedralprimada.es
Altri incontri con El Greco a Toledo
Al momento della mia visita – Giugno 2024 – nel Museo di Santa Cruz, non era visitabile la sezione dedicata a El Greco, per lavori al tetto. Un vero peccato perché qui è custodito il Retablo della Immacolata Concezione, una delle opere più mature del pittore.
Nel Monastero di Santo Domingo de Silos, c’è la presunta tomba di El Greco. Secondo la leggenda infatti le sue spoglie vennero trafugate e trasferite in un altro monastero, che però venne interamente distrutto alla fine del 1800.
La pala dell’altare invece è una delle prime opere di El Greco a Toledo e contiene i San Giovanni e la Resurrezione.
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Atri dipinti sono visibili nello spazio dedicato dell’Ospedale de Tavera.
Toledo, fermamente chiusa tra le sue possenti mura, eroicamente arroccata ad un costone circondato dal Tago, è come rimasta ferma nel tempo. Tra i suoi vicoli ombreggiati e i suoi ricchissimi palazzi è facile immaginare la figura del pittore che, nonostante il suo stile anticonformista, amava gli agi della sua epoca e sognava di diventare il pittore di corte.
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I giudizi sulle opere di El Greco sono stati molto controversi. C’è chi diceva fosse astigmatico, per cui disegnava figure sfocate, chi come Filippo II eliminò la sua pala dall’altre dall’Escorial perché non riusciva a pregare. Chi lo ha lasciato semplicemente cadere nell’oblio.
Prima dei critici lo riscoprirono gli artisti stessi, i grandi pittori impressionisti e soprattutto i maestri del Novecento, uno su tutti Picasso.
Io, devo essere sincera, avevo visto alcune tele al Prado che non mi avevano emozionato. In questo itinerario a Toledo, invece, ho profondamente apprezzato lo stile di El Greco per la drammaticità e il misticismo che trasmettono le sue figure.
Non conoscevo questo artista e mi sono persa a osservare le espressioni dei personaggi delle opere che hai fotografato: sguardi intensi, che sembrano catturati da una macchina fotografica più che su una tela.
Tra l’altro anche Toledo è una città che non conosco e sono molto curiosa di saperne di più.
Trovo che El Greco abbia avuto intuizioni molto moderne per la sua epoca e si distingue molto dal panorama degli artisti spagnoli del Secolo d’oro; Toledo con la sua geografia così particolare è sicuramente stata di ispirazione
Devo dire che non conoscevo El Greco ma le sue opere sono davvero molto belle ed evocative che meritano una visita al museo a lui dedicato e alla cappella di San Tomé cosí come nella sagrestia della cattedrale.
Io El Greco lo avevo visto al Prado ma onestamente non mi aveva emozionato. Forse la mia diversa età o forse il fatto che le opere sono contestualizzate in una città molto particolare, me lo hanno fatto amare profondamente
Ecco un buon motivo per fermarsi a Toledo. Non ho mai messo piede in questa città, pur essendo stata nei dintorni, e ora che ho scoperto la storia che c’è dietro questo museo sono ancora più curiosa di farci un salto.
Se sei dalle parti di Madrid vale la pena fare una deviazione a Toledo, merita veramente la visita
El Greco appartiene a quella schiera di artisti che… NI. Nel senso che alcuni suoi quadri mi piacciono tantissimo mentre altri mi sembrano poco interessanti e non mi suscitano nulla.
Nonostante ciò mi piace la sua storia quindi farei volentierissimo questo itinerario alla scoperta di tutte le sue opere presenti a Toledo!
Condivido il tuo sentire. Alcune opere, forse quelle commissionate troppo in fretta o con soggetti a lui non proprio consoni, sono troppo manieriste e quindi fredde. Altre hanno una drammaticità che arriva al cuore
Uno splendido itinerario alla scoperta di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi! Non sono mai stata a Toledo ma la visiterei anche solo per vedere di persona i capolavori del Maestro!
Toledo vale la pena in ogni caso! E’ una citta medioevale molto interessante
Ho visitato Toledo così tanti anni fa che quasi non la ricordo. Mi piace però l’itinerario ispirato a questo artista, hai ragione dipinti che trasmettono drammaticità e magnificenza, sicuramente una visita molto interessante
E’ comunque una città bellissima resa ancora più interessante dalla presenza dell’artista
Non sono ancora mai stata a Toledo ma se dovessi andarci credo che inizierò proprio da questo meraviglioso museo. Mi ha incantato.
Io mi sono stupita della modernità delle intuizioni del Greco