In occasione dell’uscita al cinema del film di Salvatores Napoli-New York, vorrei parlare ancora di Ellis Island e del Museo dell’Immigrazione.
Il film affronta un tema più che mai attuale, quello dell’emigrazione da un paese distrutto verso una terra sognata e mitizzata.
Quando sono stata al Museo dell’Immigrazione di Ellis Island non ho potuto fare a meno di pensare a quanti, oggi, affrontano il mare nella speranza di una vita migliore.
Ho preso il traghetto una domenica mattina molto presto. E’ un momento speciale: i turisti non hanno ancora invaso le banchine di Battery Park e i pendolari newyorkesi almeno nel week end non si spostano.
Il traghetto fa sosta anche a Liberty Island. Nell’aria fredda della baia mi trovo a pensare a quanti arrivando a New York, hanno guardato alla Statua della Libertà come al simbolo di quel benessere che solo con la libertà si può conquistare.
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Sono entrata in uno stanzone enorme, con il soffitto altissimo e una scala che porta alla balconata superiore.
Mi sono messa le cuffie e ho chiuso gli occhi cercando di immedesimarmi in una qualsiasi delle donne che scendevano da quelle navi.
Ellis Island e il museo dell’immigrazione
All’improvviso sono sempre lì, in quello stanzone, ma intorno a me ci sono tantissime persone, parlano , mi strattonano, non sanno dove andare. Una voce sgradevole urla istruzioni in un megafono in una lingua che non capisco.
Dopo un viaggio lungo e difficile, dopo l’emozione dell’arrivo, gli immigrati dovevano sbarcare a Ellis Island, mettersi in fila e aspettare di essere accolti.
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Come si saranno sentite quelle donne, arrivate con pochi fagotti di ricordi , mentre si aggrappavano al braccio del marito ? Terrorizzate all’idea di poter essere mandate indietro. O peggio, all’idea che fosse il marito ad essere rispedito indietro!
La procedura infatti prevedeva, dopo la registrazione dei documenti, che tutte le persone fossero visitate e ispezionate.
Le persone affette da malattie mentali, gli handicappati e gli anziani venivano respinti senza possibilità di appello.
Per quelli che passavano si aprivano invece le porte del sogno americano. Che non tutti , lo sappiamo, riuscirono a realizzare.
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Salendo al primo piano del Museo, numerose installazioni mostrano l’importante ruolo che ebbero gli emigranti nell’economia americana.
Documenti e oggetti, ricostruiscono le storie dei tanti che sono arrivati a New York per poi raggiungere gli angoli più lontani degli Stati Uniti e costruire la loro nuova vita.
La prima persona arrivata a Ellis Island di cui abbiamo traccia è Annie Moore, una ragazzina irlandese sbarcata con la famiglia il 2 Gennaio 1892. Negli archivi del Museo si leggono tanti nomi di persone che arrivate da immigrati hanno contribuito alla ricchezza e alla varietà della società americana.
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Quello di Ellis Island è l’unico museo degli Stati Uniti dedicato al tema dell’immigrazione.
L’American Family Immigration History Center è un gigantesco data base che consente di cercare i nomi dei propri antenati. E’ impressionante pensare che la maggior parte degli americani ha almeno un bisnonno passata di qui.
Se intendete programmare la vostra visita al Museo dell’immigrazione di Ellis Island, tenete presente che c’è un solo ferry boat autorizzato per la connessione tra Manhattan e le isole di Ellis e Liberty e parte dal molo di Battery Park tuti i giorni tranne il 25 Dicembre. Per informazioni e prenotazioni: www.statueofliberty.org
Gli italiani in America
“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per diverse settimane….tra loro parlano lingue a noi incomprensibili…I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma soprattutto non hanno saputo scegliere tra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o addirittura di attività criminali”
Questo testo è tratto da una relazione del 1912 dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani e non c’è bisogno di commentarlo.
La verità è che noi italiani abbiamo rappresentato il gruppo di immigrati europei più numeroso, venivamo soprattutto dal Sud e fuggivamo la povertà della nostra terra.
Portavamo con noi la nostra cultura e le nostre tradizioni. Chi arrivava cercava di stabilirsi vicino a chi era già sistemato e nei quartieri di New York si insediavano le diverse comunità: i calabresi, i siciliani, i piemontesi. Tutti lavoravano duro.
Alla fine dell’800, il 90% degli operai dei lavori pubblici di New York era di origine italiana.
Abbiamo costruito ponti, strade e ferrovie e abbiamo contribuito ad innalzare il primo grattacielo di New York.
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Due parole sul film Napoli-New York
Il film racconta la storia di due ragazzini napoletani che si imbarcano clandestinamente su di una nave diretta in America. Fuggono da una città bombardata dove non hanno più nulla e nessuno e il riferimento ai tanti minori che vivono oggi una situazione drammaticamente analoga non può sfuggire.
Salvatores utilizza una sceneggiatura impostata da Federico Fellini che nel suo mondo magico mescolava sogni e ricordi. Il film è dunque una fiaba che coincide con la realtà. Una fotografia curatissima, una colonna sonora notevole e un certo garbo antico nel racconto rendono la visione gradevole e tutto sommato leggera. A me è piaciuto molto.
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Mi sono emozionata leggendo il tuo racconto. Ho sentito anche io quella voce dare direttive in una lingua sconosciuta, ho visto donne impaurite nel loro cappotto “buono†e mariti sconcertati, indifesi. Spesso ci dimentichiamo che siamo stati i primi a patire la quarantena, le scritte in gesso sulla schiena. Dovremmo essere più ospitali, come negli anni le altre nazioni lo sono state con noi .
Io ho pensato che forse non avrei avuto il coraggio o forse sì, se sei spinto dalla disperazione. Ed è proprio la disperazione che spinge tanti a partire anche oggi
io ho follemente adorato Ellis Island e questo museo! Fa un certo effetto trovarsi in quell’ampio androne da cui sono passati molto dei nostri connazionali. La memoria è davvero troppo corta!
Esatto. Il mio ricordo è partito proprio da quella constatazione
Quella ad Ellis Island è una visita che ho trovato davvero interessante, tra le tante da fare a New York. Come hai fatto tu, immedesimandosi in quelle persone che piene di paura e speranza sbarcavano qui fa davvero molto riflettere.
Credo che il museo dovrebbe essere visitato proprio con quello spirito. Anche dagli americani!
Ma sbaglio o è il museo del film Hitch lui si che capisce di donne? Che bello! Sai che nonostante ho vissuto a NYC 3 mesi non ci sono mai stata.. che peccato!
Non ho visto il film.. non saprei dirti!
Deve essere emozionante visitare questo museo e non appena sarò a NY ci andrò anche io. Grazie per il racconto 🙂
E’ una di quelle visite che non rientrano nelle priorità del “primo viaggio a NY” ma davvero merita!
Complimenti per il post, hai toccato un tema importante, oltre che attuale. Oggi, io che mi sono trasferita in Aussie, mi ritrovo in qualche frase che hai scritto. Avremmo tutti bisogno di fare un satlo a Ellis Island, riflettere su quello che stiamo facendo e soprattutto pensare a ciò che potremmo fare
Hai proprio ragione! Dovremmo pensare a quello che potremmo fare invece di avere solo paura
Che emozione leggere questo racconto. Hair riportato alla memoria l’esperienza di quando andai io. Leggere tutti quei nomi e tutte quelle storie fu incredibile, non credevo potesse evocare emozioni del genere. Una volta tornata feci la registrazione sul loro sito e riuscii a trovare i dati di un mio lontano parente che si era imbarcato in America. Credo di avere ancora la pagina salvata con data, nome e info sul tipo di barca usata!
ma pensa che bello aver ritrovato notizie di un parente partito per l’America! che storie si possono scoprire
Io amo molto scoprire la Storia attraverso le storie delle persone. Ho ricostruito, per un pezzo, la storia della mia famiglia e so di avere dei lontani parenti approdati anche a Ellis Island. Devo tornare da quelle parti e approfondire.
quanti di noi hanno un parente emigrato in America! Bello poter ricostruire la loro storia
Ci sono stata diversi anni fa, ma è un luogo che mi ha affascinato molto e lo consiglio sempre agli amici in partenza per NY.
anche io lo inserirei sicuramente in una delle cose da vedere a NY
Uno di quei luoghi che vorrei vedere a tutti i costi. Una visita super interessante!
Si, una visita molto istruttiva
Il mio trisavolo passò certamente di lì, e ho trovato proprio grazie ad Ellis Island i documenti di imbarco che raccontano una storia di fatica e speranze. Certo i sentimenti di chi lascia tutto per andare incontro ad un sogno che può riscattarlo dalla miseria o dall’assenza di prospettive sono uguali in ogni luogo e in ogni tempo. . L’America però era un paese giovane, ricco di spazio, in crescita, l’Italia di oggi, che sogni può regalare ad enormi masse di disperati?
bisogna continuare a credere nei propri sogni altrimenti il mondo si ferma!
Un luogo ricco di storia che ci deve far riflettere e farci imparare a guardare sempre tutti i lati della medaglia
Assolutamente si
Il tuo articolo mi ha molto colpita, sono arrivata alla fine con un brivido. Guardare NY e gli Stati Uniti da questa prospettiva deve fare un effetto molto profondo, di quelli che rimangono sottopelle a lungo. Quando andrò a NY anche io (spero presto!) non mancherò di visitarlo. Grazie per avercelo raccontato.
Ti auguro di andare prestissimo a NY che è una città che io adoro. La visita a Ellis Island apre una diversa prospettiva.
Che bella descrizione, ti emoziona dall’inizio alla fine. Una ragione in più per tornare a New York.carnesella pier
Grazie Piera! Sai che io a New York tornerei sempre volentieri
Malgrado la possibilità di essere scartati o divisi dai propri cari, moltissimi italiani hanno in passato affrontato il “viaggio”, sperando in una vita migliore.
Anche sotto questo aspetto, la vita è una ruota.
Troppo spesso ce lo dimentichiamo.
Grazie per questo articolo 🙂
hai proprio ragione Barbara!
Sono stata a New York la scorsa estate ed Ellis Island è stato da subitouno dei miei posti del cuore. Leggere il tuo post è stato come rileggere nel mio cuore le emozioni provate li.
un luogo che certamente non lascia indifferenti.
Giusto ieri sera ho visto un documentario sul tentativo di fuga verso gli Stati Uniti della famiglia Frank prima di doversi rinchiudere nella soffitta di Amsterdam. Loro come moltissimi altri non furono così fortunati e furono respinti dalla burocrazia americana che cercava così di fermare il flusso migratorio di ebrei verso il Paese.
L’immigrazione non fu dunque sempre permessa (con restrizioni, ma permessa). Come oggi del resto…
In effetti non era così facile superare la selezione a Ellis Island, purtroppo non ci è dato di conoscere le storie di quelli che purtroppo non ce l’hanno fatta come la famiglia Frank.
Ad agosto tornerò a New York e questa volta la visita ad Ellis Island non me la voglio perdere. Le volte precedenti non c’è mai stato abbastanza tempo, ma dall’ultimo viaggio ho scoperto che un cugino di mio nonno è partito dal Piemonte all’inizio del 1900 e che è transitato proprio da lì.
forse ti conviene verificare in internet e fare il biglietto in anticipo così eviti la coda. al museo puoi anche cercare di rintracciare il tuo parente, c’è una postazione dedicata
Devo dire che più della statua della libertà questo museo mi ha particolarmente emozionata, è stato molto struggente vedere certe foto, sentire le registrazioni, vedere scarpette e valigie di cartone dei tanti immigrati anche italiani. La lunga fila è valsa tutta per questo pezzetto di storia che porterò nel cuore.
concordo pienamente Siliva!
È scesa una lacrima a leggere questo post. Davvero emozionante e un delicato attimo di riflessione. Grazie.
Grazie! Ogni volta che penso alla fatica dei nostri bis-nonni mi commuovo anche io e li ringrazio mentalmente per essere stati capaci di darci un mondo migliore che ci stiamo impegnando a distruggere con caparbietà
Quando sono stata in America non ho avuto il tempo di visitare questo museo, e penso sia un mio grande rimpianto. Penso che sia un museo che riserva grandi emozioni.. e che ci faccia vedere il mondo da una prospettiva diversa da quella attuale, quando appunto, gli immigrati eravamo noi.
Non sapevo che gli italiani rappresentassero il gruppo di immigrati europei più numeroso….
Si, siamo stati tantissimi e per fortuna i nomi italiani in America sono spesso legato a personalità geniali basti pensare a De Niro o al sindaco di NY Giuliani
Ad Ellis island abbiamo cercato i fogli di ingresso del nonno e del bisnonno di mio marito. E’ stato davvero emozionante leggere la registrazione originale e ne abbiamo anche fatto una stampa da portare a mia suocera. Certo che a ripensarci era davvero un viaggio incredibile, parliamo di tempi in cui dal piccolo paese del sud italia si andava in USA, senza parlare una parola d’inglese, senza poter comunicare con casa propria.
E’ vero si partiva con un coraggio pazzesco che solo la certezza di non avere nulla da perdere poteva infondere
Sarei curiosa di vedere Ellis Islands e i documenti che riportano i nomi dei tanti italiani partiti per cercare una vita migliore. Uno dei fratelli di mio nonno partì e non se ne seppe più nulla, riuscire a trovare quello stesso cognome sarebbe un’emozione indescrivibile.
Anche per me che – per quanto ne so – non ho parenti emigrati, è stata un’emozione leggere quei nomi
Devo essere sincera, non condivido il tuo entusiasmo per Ellis Island, al di là dell’incontestabile valore storico, l’ho trovato molto vuoto, nonostante l’audioguida. E il fatto che si debba pagare per cercare i propri parenti nell’archivio, ha peggiorato la mia opinione! Sarà che c’era talmente tanta gente, che si faticava a vedere qualsiasi cosa…
Ciao Francesca, sicuramente non è il più moderno tra i musei degli Stati Uniti come concezione e come allestimento e sicuramente si potrebbe fare di meglio per valorizzare l’importanza storica di quel luogo che per me è soprattutto simbolico considerato anche il periodo che stiamo vivendo
Ti ringrazio per questo post, soprattutto per come l’hai terminato. Sono stata anch’io a Ellis Island (non sapevo che fosse l’unico museo statunitense a tema immigrazione… pazzesco!) e ho provato sensazioni simili. E poi anche più tardi, quando sono immigrata in Australia: la burocrazia infinita, i controlli medici… ho pensato un sacco a come sarebbe stato se mi fossi trovata nei panni di quegli italiani che sbarcavano lì nel passato. Non dobbiamo dimenticarci mai di chi siamo stati.
Esatto Lucy! Ho ripensato a Ellis Island proprio perchè ci stiamo dimenticando da dove veniamo….
L’androne di Ellis Island provoca tante emozioni: dalla paura alla gioia di questi uomini e donne che sono passati da lì in cerca di una nuova vita. Spero di tornarci presto
Io in questo periodo mi sono immedesimata soprattutto nei timori… mollare tutto quel poco che si ha per qualcosa che non si sa… grande coraggio!
Bellissimo articolo, brava!! Sono stata ad Ellis Island proprio qualche mese fa, interessante, ma soprattutto molto toccante…
Grazie Linda, mi sono commossa quando sono stata a Ellis Island
È un’emozione leggere qualcosa del genere e sarà stata una bella emozione entrare nel museo e scoprire qualcosa che è accaduto tanto tempo fa ma di un’attualitá sconvolgente. Tutti dovrebbero vedere un museo del genere â¤ï¸
Sono d’accordo. Utile proprio perchè attuale
Grazie per questo post. Non sono stata ad Ellis Island, tuttavia in Italia ho visto alcuni musei dell’emigrazione che davvero riescono a colpire al cuore. La verità è che ci illudiamo di imparare dalla storia, ma essa, poiché cambia gli attori, non ci consente di riconoi davvero nel presente le stesse situazioni del passato. E così oggi non accogliamo, siamo indifferenti, peggio odiamo perché temiamo, così come gli americani all’epoca facevano con noi.
Hai proprio ragione. Abbiamo paura perchè non conosciamo e la paura ci fa essere cattivi con altri esseri umani. Una cosa terribile e la dimostrazione che purtroppo la storia non insegna nulla
Ho adorato questo museo. Ci sono statala prima volta nel 2005. Poi ci sono stata altre 3 volte. Praticamente ogni volta che vado a NY non riesco a non andare a Ellis Island. Se non l’hai visto, ti consiglio il documentario girato e prodotto da Robert De Niro dal titolo “ELLIS” è molto bello e molto toccante.
No ho visto il documentario, grazie del’informazione. Lo cerco subito
Alcuni anni fa ho fatto delle ricerche per trovare dei parenti emigrati in America e sono andata proprio sul sito della Fondazione Ellis Island. Quanto mi piacerebbe andare a vedere di persona questo museo, il tuo racconto è davvero emozionante!
Il museo è molto interessante per il significato attuale che ha assunto. Hai poi avuto notizie dei tuoi parenti?
Ci dimentichiamo troppo spesso che gli stranieri in casa nostra non sono molto diversi da qualche nostro nonno/bisnonno che ha lasciato l’Italia per cercare una vita migliore per la famiglia in difficoltà! Io stessa vivo all’estero da quasi 10 anni. Ho i documenti in regola, certo, ma solamente perchè ho vinto la famosa “lotteria del luogo dinascita”!
Hai proprio ragione! Ah che forte sta storia dalla lotteria, mi ha sempre fatto sorridere
Lady liberty da sempre simbolo della grande mela ma per noi italiani simbolo di una vita nuova! Mi sono sentita orgogliosa di essere italiana quando ho solcato la porta del centro e sono andata a cercare i miei antenati la sui registri
Chissà che emozione trovare i loro nomi e scoprire che i tuoi antenati come tanti altri italiani hanno contribuito a rendere l’America quella che è oggi
Se un giorno avrò la possibilità di visitare New York sicuramente farò una tappa in questo museo. È troppo interessante! Avevo visto un documentario in TV che ne parlava!!
un luogo che soprattutto noi Italiani dovremmo conoscere e ricordare
Servirebbe una piccola Ellis Island in ogni città per ricordarci di come anche noi siamo stato tanto disperati da abbandonare tutto per cercare fortuna in un paese straniero e poco accogliente. E ci dicevano “state a casa vostra”.
concordo perfettamente con il tuo pensiero!
Ho visitato questo museo nel 2015 durante il mio viaggio a New York: mi ha lasciato seriamente sconvolta. Incredibile come i migranti venivano testati ed esaminati, ricordo molto bene il disegno del diamante o il test di scrittura. Tante speranze che a volte venivano completamente respinte al mittente. Fa riflettere, soprattutto in questi ultimi anni, dove l’immigrazione è argomento di politica e non solo.
in molti dovrebbero visitare il museo e riflettere sul tema dell’immigrazione prima di prendere certe posizioni…
Ogni volta che leggo di Ellis Island provo una fitta al cuore, è impossibile non provare ad immedesimarsi in uno dei tanti “immigrati” arrivati in paese dopo un viaggio estenuante e carichi di speranze. Credo sia un posto che tutti dovrebbero visitare almeno una volta nella vita.
in effetti entrando in quel luogo e provando ad immedesimarsi nelle persone a loro arrivo, si capiscono molte cose
Tempo fa ho scoperto sui social la possibilità di individuare inserendo il proprio cognome, l’identità e la provenienza di eventuali nostri antenati che sono passati da Ellis Island. Ho scoperto che dal mio paese d’origine qualcuno è passato da qui, molto emozionante.
In effetti la visita a Ellis Island è emozionante soprattutto al pensiero delle persone che sono transitate da lì con la loro valigia di sogni, di speranze e di nostalgia
Articolo toccante. Abbiamo visto Ellis Island e il suo museo diversi anni fa, ma ancora ricordo le sensazioni che quelle stanze ci restituivano. Le fotografie, i documenti e gli oggetti esposti rendono tangibili le speranze, le paure e le sfide degli immigrati.
E’ una visita che invita alla riflessione sul valore del coraggio e delle resilienza. Consiglierei a tutti di prendersi del tempo per esplorare questo museo
Uno dei luoghi di New York che mi ha davvero commosso
Questo è uno dei luoghi a New York che vorrei assolutamente visitare. Un museo che mantiene viva la storia di migliaia di persone alla ricerca del sogno americano e di una nuova vita. Mi piacerebbe poter utilizzare gli archivi elettronici per cercare i cognomi dei miei genitori e scoprire qualche vecchio parente ormai sconosciuto.
Per me è stata una visita molto toccante
Immagino che il film sia molto bello e spero di riuscire a guardarlo dall’Australia. Ho visitato il museo di Ellis Island anni fa ed è stata una visita molto intensa e toccante, pensare a tutti quei migranti che sono passati da lì mi ha toccato davvero nel profondo
Il film è davvero bello, immagino che arrivi anche da voi; c’è una scena ambientata proprio a Ellis Island all’arrivo della nave, secondo me il momento più drammatico di tutti i viaggi
Di tutte le cose da vedere a New York, Ellis Island per me sarebbe quella più interessante ed emozionante da visitare. Ho vari parenti che sono emigrati in cerca di fortuna in passato, loro verso l’Argentina a dir la verità, ma solo ad immaginare la vita difficile che hanno passato mi viene la pelle d’oca….
Io adoro la città di New York in tutte le sue sfaccettature. Ellis Island è una bellissima testimonianza di quanto la doversità diventi ricchezza