Le facciate decorate con le finestre finte dei palazzi liguri mi hanno sempre affascinato. Da bambina passavo delle ore a chiedermi perché mai, nella casa di fronte, avessero disegnato una persiana se dietro non c’era nessuna finestra da aprire.
In realtà, il vezzo di aggiungere alle facciate decorate dei palazzi alcune finestre solo disegnate. ha una motivazione profondamente radicata nella storia e nella cultura ligure.
I colori vivaci e i decori a trompe-l’oeil così perfetti da sembrare veri, caratterizzano le facciate dei palazzi storici del levante ligure. Le finestre dipinte si trovano frequentemente anche sull’altra riviera, seppure meno evidenti.
Località come Camogli, Sestri Levane e la stessa Genova, hanno nelle splendide facciate policrome dei loro palazzi, una forte caratterizzazione.
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Le facciate decorate della Liguria, tra mugugni e tapulli
Verso la fine del 1700, il governo della temuta e ammirata Repubblica Marinara di Genova, decise di tassare le finestre. In pratica le famiglie più abbienti, proprietarie di fastose dimore dotate di numerose aperture, avrebbero dovuto pagare un’imposta sul numero di finestre dei loro palazzi. Il “sussidio patriottico sulle finestre” prevedeva che fino a cinque finestre non si pagasse nulla ma dalla sesta in poi c’era un sorta di redditometro.
Con grande astuzia i genovesi decisero di fare un classico tapullo: murarono le finestre in eccesso… disegnando una finestra finta là dove prima c’era quella vera! Il risultato estetico dall’esterno era pressoché immutato ma nelle tasche nei genovesi restavano le “palanche” che il governo avrebbe indebitamente richiesto.
La fonte di questo aneddoto è la pagina de Il Mugugno Genovese, che ringrazio di cuore per la simpatia e la gentilezza.
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Da quel momento le persiane, così chiamate perché inventate dagli arabi, presero il più prosaico nome di “imposte”.
Le cose sono andate più o meno così anche se quello che abbiamo ironicamente definito tapullo, ovvero arrangiamento alla bell’e meglio, è in realtà una forma d’arte che risale al ‘400.
L’arte antica dei frescanti, con finti capitelli di marmo, finte balaustre in legno e finte persiane socchiuse, ha reso le facciate liguri, dei capolavori unici.
I muri dipinti dei palazzi erano il risultato dei cambiamenti economici, politici e sociali della città. Le proprietà di famiglie diverse accorpate a seguito dei matrimoni di interesse, sarebbero risultate più omogenee con le facciate unite da uno stesso decoro.
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Andrea Doria, con la sua fastosa dimora , diede il via ad una competizione tra l’aristocrazia genovese che voleva vedere il proprio status sociale riflesso sulle facciate decorate dei palazzi.
Con l’arrivo dalle nuova borghesia mercantile, al gusto barocco dei decori si sostituisce un’idea di ordine e suddivisione degli spazi. Compaiono così basamenti bugnati, finti rivestimenti e ordini di finestre che imitano la suddivisione dei piani ristabilendo le proporzioni.
Rosso genovese, giallo pastello, rosa chiaro: i mille colori della Liguria dipinta
Sulle case della Liguria si possono vedere finestre chiuse, accostate o spalancate. Gatti e fiori sul davanzale, tendine ricamate scostate da una donnina affacciata. A volte anche i panni stesi sono solo disegnati!
I decori delle case, lo abbiamo detto, erano il simbolo della ricchezza delle famiglie liguri che spesso vi dipingevano colonne, festoni, conchiglie e stemmi.
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La gamma cromatica è ampia ed elegante: dal rosso genova al rosso vinato passando per il giallo ocra e il giallo chiaro. I toni freddi del grigio, azzurro e verde pallido si esaltano in abbinamento con le tante sfumature di rosa dal pesca al mattone.
Spesso le facciate decorate sono monocromatiche con solo una striscia bianca a fare da marcapiano. Gli spazi tra le finestre si arricchiscono di finte nicchie e statue disegnate in chiaroscuro, timpani triangolari o spezzati.
Trompe-l’oeil e prospettive elaborate ornano i palazzi più importanti ma ovunque, sulle facciate, restano le tracce un pò sbiadite di fregi e cornici a motivi classici.
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Le finestre della Liguria con le loro persiane verdi incorniciate da bordi e specchiature che sembrano di marmo, i panni stesi e i vasetti di basilico raccontano sempre storie diverse.
Una delle cose che amo di più di Genova è l’architettura e la decorazione delle case: questi luoghi sono opere d’arte e spero che non vengano mai intonacati diversamente!
Lo spero anche io! Sono veri capolavori da preservare e valorizzare
Mia cugina Si occupa proprio di questo! Crea e dipinge interni ed esterni dei palazzi liguri e forse molte delle foto che hai immortalato sono sue creazioni. Un lavoro sicuramente stimolante, ma anche molto pesante. Sta molte ore sulle impalcature, ad ogni condizione atmosferica. Grazie per aver dedicato un articolo a questi professionisti!
Che bel lavoro! Sicuramente molto impegnativo però decisamente interessante per riportare in vita vecchi decori e inventarne di nuovi continuando una tradizione antica
Proprio qualche giorno fa in un borgo toscano osservavo finestre dipinte alla perfezione sulla parete di un palazzo e mi ero spiegata la cosa pensando a cambiamenti della struttura interna, evento possibile. Ma la spiegazione che hai dato dei palazzi liguri mi ha molto colpita, è veramente coriosa e geniale.
E’ una forma d’arte davvero particolare che rende i palazzi della Liguria unici nel loro genere
Questi colori sono magnifici! La Liguria la conosco pochissimo, mi riprometto spesso di visitarla perché non è molto lontana da me e penso sia arrivato il momento di andarci.
Sai, sono stata di recente a La Spezia e alle Cinque Terre ma dev’essermi sfuggito questo vezzo delel finte finestre come decorazioni. O forse, erano così ben fatte che non mi sono accorta fossero finte!
Una curiosità che non consocevo e che dimostra l’essere risparmiatori dei genovesi. Così come spiega il termine imposte.
ah ah forse non ti sei accorta che erano finte!! I genovesi sono maestri del risparmio
Un racconto davvero divertente: noi italiani siamo davvero unici nel trovare soluzioni artistiche in barba alle regole. Non conoscevo questa storia, grazie di averla condivisa
La fantasia e la simpatia che ci contraddistingue creano capolavori
Avevo letto da qualche parte – ma non so se si applichi anche alla Liguria – che in passato si tendeva a dipingere le case di colori diversi così che i marinai di ritorno a casa potessero trovare facilmente la propria casa anche dal mare
Credo che questa regola di dipingere le abitazioni in colori diversi valga un pò per tutte le località di mare, i pescatori da lontano volevano vedere la propria casa. I decori delle facciate liguri aggiungono un tocco artistico alla tradizione
Non ho mai saputo quale fosse il motivo che stesse dietro alle “finte finestre”, perché in realtà credevo che si trattasse di una motivazione puramente estetica. Curiosa anche il nome che varia da persiane a imposte: non avevo mai pensato che quest’ultimo potesse proprio avere un legame con le tasse!
eh eh.. la parsimonia dei liguri… ha saputo creare capolavori!
E chi l’avrebbe mai detto che avrei imparato perchè le persiano si chiamano importe da un blog di viaggi!!! Fantastico, ha totalmente senso! Tra l’altro anche in nord Europa (tipo Paesi Bassi e Belgio) c’era una storia simile di tasse sulle finestre. Ma lì sono stati meno fantasiosi se plicement ele hanno murate!
Gli italiani quando si tratta di fantasia e bellezza non sono pari a nessuno!
Ho viaggiato poco in Liguria ma ogni volta che vedo qualche foto, la trovo stupenda. Mi hai dato una buona idea di viaggio, grazie mille, adesso mi segno tutto!
E’ una regione molto discreta la Liguria ma capace di regalare angoli di fascino inaspettato