I bouquinistes, un simbolo di Parigi a rischio estinzione

Cosa sarebbe Parigi senza i bouquinistes? Le loro scatole di metallo verde allineate lungo la Senna sono uno dei simboli della città. Poetici e bohemien ci accompagnano nelle passeggiate romantiche mentre folate di vento accartocciano le foglie morte degli alberi, come nei versi di Prévert.

Diventa sempre più difficile trovare le edizioni rare dei libri e sono scomparsi anche i personaggi stravaganti che per pochi soldi ti affittavano la sedia per un’ora, ma il fascino dei quais della Senna non sarebbe più lo stesso senza i bouquinistes.

I bouquinistes, un simbolo di Parigi a rischio estinzione

La Senna e i bouquinistes: cartolina di Parigi in bianco e nero

Lungo i parapetti del lungosenna intorno all’Île-de-la-Cité e all’Île Saint-Lous, prende vita ogni giorno una grande libreria a cielo aperto. I contenitori aperti , tra stampe, vecchie riviste e manifesti, lasciano intravvedere scorci stupendi sul fiume e su Notre-Dame.

Il termine bouquin deriva dal fiammingo e indica, nel linguaggio famigliare, un libriccino di poco conto. I primi bouquinistes giravano per la città con cassette di legno e cesti di vimini appesi al collo.

Nel 1606 i bouquinistes iniziarono a vendere opuscoli politici e religiosi sul Pont Neuf appena inaugurato da cui vennero scacciati per la pressione dei librai “ufficiali” e per il timore della diffusione di pubblicazioni sovversive.

I bouquinistes, un simbolo di Parigi a rischio estinzione

Si trasferirono allora sulle banchine della Senna e da oltre 450 anni sono l’emblema di Parigi.

Nel 1889, anno della famosa Esposizione Universale che consacrò la Tour Eiffel, si contavano più di 200 bouquinistes.

E’ di quel periodo l’ordinanza municipale che li autorizzava a lasciare la merce sul luogo che avevano in concessione.

Nascono così le iconiche cassette che caratterizzano la professione dei bouquinistes e che hanno caratteristiche precise. Il colore deve essere “verde vagone” – come le fontane Wallace e le colonne Morris – e il coperchio da aperto non può superare 2,10 metri per non impedire la vista sul fiume.

I tre chilometri di lungosenna che vanno dal Quai de l’Hôtel de Ville al Quai du Louvre sulla Riva Destra e dal Quai de Tournelle al Quai Voltaire, sulla Rive Gauche sono una tappa imperdibile per i turisti. Molti di coloro che si fanno fotografare accanto alle boîtes vertes, poco sanno dell’importanza storica e culturale dei bouquinistes e della loro professionalità.

I bouquinistes, un simbolo di Parigi a rischio estinzione

Un mestiere per appassionati

Si può diventare bouquiniste solo per passione. E’ un mestiere precario e poco remunerativo, si sta al freddo e allo smog per puro amore della letteratura e della cultura.

Ci si specializza in alcuni settori ad esempio nei polizieschi o nei fumetti. Jean-Pierre Mathias è da trent’anni nello stesso posto e, oltre ad essere un esperto di psicologia, è un appassionato di vecchi manifesti, conosce i nomi degli illustratori e ha solo pezzi originali. Mi sono innamorata di una silhouette di Balmain del 1948 disegnata da Bouret e l’ho comprata. Le sue cassette, dice, hanno cent’anni e si aprono ancora. ” Mi fanno stare bene, un bouquiniste si ferma solo quando le sue boîtes non si aprono più”.

I bouquinistes, un simbolo di Parigi a rischio estinzione

Gli attentati, la pandemia e le manifestazioni hanno duramente messo alla prova la professionalità di queste persone che fanno parte della vita parigina.

I bouquinistes non pagano tasse nè occupazione di suolo pubblico, la licenza dura un anno rinnovabile tacitamente per altri cinque. Le regole sono poche e semplici: aprire almeno quattro giorni alla settimana, tenere in ordine le proprie cassette e vendere solo libri usati, stampe e vecchie riviste. Solo una delle quattro cassette può essere dedicata a medaglie, francobolli, piccoli oggetti. Sempre più spesso, purtroppo, si trovano souvenirs paccottiglia al posto di libri e incisioni.

Si libereranno 18 posti quest’anno ma al momento ci sono poche candidature e questa importante istituzione parigina rischia di scomparire.

I bouquinistes Patrimonio Unesco

I bouquinistes, un simbolo di Parigi a rischio estinzione

Queste piccole librerie all’aperto sono inserite nel patrimonio culturale immateriale francese, un primo passo perché la tradizione e la professionalità dei bouquinistes dei lungosenna vengano riconosciute anche dall’Unesco. Il prestigio dell’Unesco potrà contribuire a risvegliare l’interesse per questa vera istituzione parigina.

Dai bouquinistes si trovano edizioni rare, a volte con annotazioni a mano, libri antichi e preziosi, testi curiosi e rivoluzionari. Ma si trova anche competenza, fantasia, resilienza, desiderio di condivisione.

I bouquinistes, un simbolo di Parigi a rischio estinzione

Al fascino dei bouquinistes non è rimasto immune neppure Karl Lagerfield che per la sfilata di Chanel Autunno/Inverno 2018-19 ha fatto ricostruire i loro stand e la facciata dell’Académie Française con le modelle che vi passavano davanti. Nell’uscita finale trionfava una bellissima gonna verde scuro.

“Parigi senza i bouquinistes non sarebbe più una festa” dice la scrittrice Anna Gavalda e non posso che condividere.

I bouquinistes, un simbolo di Parigi a rischio estinzione

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38 Risposte
  1. Pur conoscendo poco Parigi, se penso a questa città una delle prime immagini è proprio quella dei venditori di libri lungo la Senna. Non sapevo che si chiamassero bouquinistes e il fatto che abbiano un nome specifico li rende ancora più particolari e legati in maniera indissolubile a un luogo specifico di Parigi.

  2. Con me sfondi una porta aperta. Ogni volta che vado a Parigi passeggio lungo il fiume e mi fermo a curiosare tra i bouquinistes. Qui ho trovato molte cartoline vintage e altrettante stampe che ho fatto incorniciare e appeso per casa.

  3. Avevo visto questi stand verdi che vendono libri durante i miei viaggi a Parigi, ma davvero non sapevo che si chiamassero così, e tantomeno ero a conoscenza del fatto che fossero Patrimonio Unesco!

  4. sara bontempi

    Vero, Parigi senza bouquinistes perderebbe metà della su abellezza e delle caratteristiche più tradizionali.

  5. Eh sì, è proprio vero che per fare un mestiere del genere ci vuole proprio passione.. me li hai fatti vedere con occhi diversi e con un’attenzione che non avevo ancora dato.
    Speriamo che si aggiungano altre candidature per i posti vacanti..

    1. il guadagno è misero, occorre cercare i libri dagli antiquari e proporli al pubblico spesso distratto bisogna davvero amare il mestiere per farlo!

  6. Libera

    Non sapevo che fossero patrimonio Unesco. Sicuramente sono uno degli angoli più romantici della città e forse anche uno dei più malinconici.

  7. Sarebbe un vero peccato se proprio uno dei simboli di Parigi venisse smantellato. In un numero più ridotto ci sono anche a Roma nella zona di Castel sant’ Angelo.

  8. Io cerco chioschi di libri in ogni città che visito e i bouquiniste sono i più suggestivi di tutti! Da amante dei libri, spero davvero non spariscano mai!

  9. Da quando sono stata la prima volta a Parigi all’ultima volta, i boquinistes si sono visibilmente ridotti. Vent’anni fa accompagnavano tutto il corso della Senna, ora sono sporadici punti pittoreschi. Speriamo che Parigi faccia qualcosa per mantenere viva questa tradizione.

    1. Gli attentati prima e la pandemia poi, hanno dato un durissimo colpo al turismo di Parigi e anche i bouquinistes ne hanno risentito. Ci sono segnali di ripresa, speriamo!

  10. Ma come, 18 posti liberi e poche candidature?? Avrei pensato invece che sarebbero andati subito a ruba! Si tratta davvero di un mestiere iconico, ma immagino anche non molto facile. Tanto più che raramente ho visto persone comprare dai bouquinistes, più che altro ho visto turisti curiosare a fare foto.

  11. Articolo veramente interessante… non sapevo che fossero candidati come patrimonio immateriale dell’umanità ma direi che la candidatura ci sta tutta! D’altronde se pensiamo che le rive della Senna a Parigi sono già patrimonio Unesco e che loro fanno parte del paesaggio, mi sembrerebbe giusto dargli un riconoscimento!

  12. Ogni volta che vado a Parigi, passo sempre dai Bouquinistes di fronte Notre Dame, anche solo per dare un’occhiata a quelle splendide cartoline, riviste ma anche ai quadri che vendono. Non ho mai acquistato nulla purtroppo e mi dispiacerebbe molto se con il tempo si perdesse questa tradizione perché sono uno dei luoghi e delle persone simbolo della Ville lumiere.

  13. Mi ricordano alcune “bancarelle” simili che ho visto spesso sia a Roma che a Genova ma non sono solo luoghi per turisti, anzi, conservano una tradizione e dei pezzi più unici che rari quindi vale la pena preservarli!

  14. Mi è sempre piaciuto, passeggiando a Parigi fermarmi ad Osservare libri, cartoline e i vari oggetti esposti. Ammetto che non conoscevo il loro nome. Sarebbe strano non vederli più in città

  15. Devo ammettere che non conoscevo la tradizione e la storia dei bouquinistes, ed è un gran peccato che questo pezzo di cultura francese sia a rischio estinzione. Speriamo che ci sia chi raccolga questa eredità!

  16. Ricordo queste casette verdi lungo la Senna dove mi fermavo a curiosare tra i libri e le stampe…non sapevo si chiamassero bouquinistes. Speriamo veramente che trovino persone interessate a proseguire questa tradizione!

  17. Anche nell’ultimo viaggio a Parigi, ho adorato passeggiare sul lungosenna curiosando fra i vari stand, frenando l’istinto di comprare stampe specialmente quelle che riguardavano la moda. Non sapevo che avessero una così antica tradizione né che potrebbero scomparire, Parigi non sarebbe la stessa senza.

  18. Che bello leggere dei bouqinistes! L’ultima volta che sono stata a Parigi ho comprato da un bouqiniste un libro su Robert Doisneau, che fotografava una Parigi che non è più e, ironia della sorte, i bouqinistes rispecchiano un po’ quel vecchio mondo parigino che pian piano sta scomparendo. Per fortuna l’inserimento nel Patrimonio Immateriale dell’UNESCO è una garanzia che i bouquinistes continueranno a esistere a lungo.

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