Ho scoperto quasi per caso che nel centro di Amsterdam esisteva un Begijnhof. Una mattina di primavera, ho varcato il portale di una casa di mattoni e mi sono trovata in un altro mondo, in un’altra epoca.
I rumori della città sono scomparsi improvvisamente e il cortile, circondato da ordinate casette medioevali, era avvolto da un silenzio quasi mistico. Senza saperlo ero entrata nel cortile delle beghine, il Begijnhof appunto.
Qui, in epoca medioevale, vivevano le donne che sceglievano di dedicare la propria vita alla cura dei bisognosi. Nessun uomo era ammesso tranne il parroco e solo per celebrare la Messa. La vita di queste donne autonome e coraggiose, si svolgeva nel silenzio della preghiera individuale.
Nonostante l’ultima beghina sia morta nel 1971, il cortile del Begijnhof ha mantenuto la sua atmosfera di sobrietà e, soprattutto di silenzio. Un angolo di pace dove rifugiarsi a meditare.
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Cos’è un Begijnhof e chi erano le beghine
Il cortile delle beghine di Amsterdam, come quello di Bruges e di altre città del Nord Europa, racconta una storia di cui si conosce poco. Forse perché è una storia fatta dalle donne e si sa che le donne, soprattutto se dimostrano coraggio e indipendenza, dalla storia vengono dimenticate.
Il movimento delle beghine si forma intorno al 1200 nella zona delle Fiandre, in una situazione di grande fermento all’interno della Chiesa, contestata per il suo esagerato potere temporale.
In un periodo in cui le donne passavano dalla tutela del padre a quella del marito, oppure erano costrette a prendere i voti, la scelta di vivere in una comunità indipendente e tutta al femminile risulta estremamente moderna.
Il Begijhof era una piccola città delle donne dove vedove colte e benestanti ma anche nubili, si ritiravano in preghiera praticando la carità. Se vogliamo lo spazio del Begijhof era simile a un chiostro ma, a differenza dei conventi, la vita che vi si svolgeva non era comunitaria.
Le donne sceglievano di non essere né monache né spose, non prendevano voti, non seguivano regole. Vivevano in case indipendenti con un piccolo giardino di cui ognuna si prendeva cura. Erano levatrici, ricamatrici, copiste, insegnanti per le bambine. Pregavano e meditavano le scritture in modo autonomo e individuale.
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Erano donne fuori dagli schemi, che non potevano essere inserite in nessuna categoria pensata dagli uomini e per questo alcune di loro durante l’Inquisizione, furono condannate al rogo.
Dei loro scritti non rimane molto, di loro si è sempre parlato poco e ancora oggi il termine beghina ha una connotazione negativa, di donna bigotta.
Intorno alla metà del 1500 le Riforme Luterane e Calviniste dilagarono nelle Fiandre. Le beghine erano e restarono fermamente cattoliche e costruirono all’interno dei Begijnhof delle cappelle segrete dove continuare a pregare.
Il Begijnhof di Amsterdam
Al Begijnhof di Amsterdam si entra dalla Spuistraat oppure tramite una porta in legno sul lato Nord di Piazza Spui, quella che ho varcato io. Nel Medioevo questa zona era circondata dai canali e vi si accedeva con un punte.
Il cortile è circondato da 47 case restaurate all’inizio del ‘900. La maggior parte risale al XVII secolo dato che i numerosi incendi che colpirono la città distrussero le precedenti. Alcune conservano l’originale ossatura in legno. Al numero 34 sopravvive ancora la Houten Huis, la casa in legno più antica di Amsterdam costruita prima dell’editto che obbligava ad utilizzare la pietra.
Alcune case hanno timpani di pietra e facciate decorate con formelle che riportano la data di costruzione.
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Nel cortile si trovano due chiese, la Engelse Kerk, inizialmente era cattolica, poi fu trasformata in protestante e oggi è presbiteriana. L’altra è la Begjinhof Kapel , la cappella segreta dove le beghine pregavano da clandestine dopo l’arrivo dei calvinisti.
Le beghine non ci sono più, l’ultima è scomparsa nel 1971, ma nelle casette del Begijnhof che, con i loro minuscoli giardini, sembrano uscite da una fiaba, vivono ancora delle donne sole.
Il cortile del Begijnhof di Amsterdam è aperto tutti i giorni dalle 9,00 alle 17,00 ed è gratuito. Si può tranquillamente passeggiare lungo i vialetti ma i visitatori sono tenuti ad un comportamento rispettoso e, soprattutto, silenzioso.
Non conoscevo questo movimento, ma mi piace molto l’idea di questa comunità di donne indipendenti al servizio di altri per volontà loro. Che bello che il loro mondo sia rimasto ancora intatto
Ne avevo sentito parlare prima di partire per Amsterdam, e sarei stata curiosa d vedere il Begijnhof, però c’erano altre persone con me e avevamo poco tempo, quindi sono stata costretta a rinunciare. Peccato, perché sarebbe stata un’oasi di pace, ordine e silenzio per prendere una pausa dalle vie più caotiche e disordinate di Amsterdam.
Un luogo decisamente all’avanguardia per i target del periodo. Credo che se dovessi riuscire ad organizzare un viaggio ad Amsterdam andrei dritta in questo cortile, e porterei con me mia figlia proprio per farle capire la straordinaria azione di ribellione silenziosa di queste donne.
Mi piacciono i beghinaggi fiamminghi e se non avessi un bestiolotto tutto simpatia probabilmente mi piacerebbe vivere in una casina con giardino immersa nel silenzio.
Quasi le invidio queste donne che hanno saputo e potuto allontanarsi dalla mondanità senza per questo rinunciare alla società e senza doversi votare a una vita di eremitaggio.
Avevo già sentito il termine beghine, ma sinceramente non sapevo proprio a che cosa si riferisse. Grazie per avermelo fatto scoprire, e soprattutto grazie per avermi fatto scoprire un angolo così particolare della città.
Sapevo del termine “beghina” ma non avevo mai indagato davvero il suo significato. Trovare un luogo pacifico e nascosto come questo in una città in continuo fermento come Amsterdam è sicuramente una grande fortuna: spesso i luoghi più suggestivi si scoprono per caso!
Sono appassionata di beghinaggi e ne ho visitati vari in Belgio, quello di Amsterdam è davvero delizioso, un vero luogo di pace nel centro della città.
Un’ottima scusa per tornare ad Amsterdam e scoprire non solo un’oasi di pace ma andare anche alla scoperta di questa pagina di storia che non conoscevo. Le beghine erano delle donne incredibili, grazie per aver condiviso la loro storia con noi.