Alle Lofoten, nello sperduto villaggio di Å, esiste un museo del merluzzo. Che la Norvegia è la patria del merluzzo, probabilmente lo sapete. Quello che forse non immaginate è che il principale mercato di destinazione dello stoccafisso, ovvero il merluzzo essiccato, è proprio l’Italia!
Sul muro di un tipico rorbuer delle Lofoten si legge la scritta in italiano “si vende stoccafisso”: sembra quasi uno scherzo!
Invece la visita al piccolo museo all’interno di un ex magazzino del pesce e soprattutto la chiacchierata con il suo simpatico tenutario, è stata illuminante.
Il merluzzo: dal mare artico alle nostre tavole
Una delle immagini cartolina delle Isole Lofoten è quella delle rastrelliere con i merluzzi appesi ad essiccare sullo sfondo delle montagne innevate. Lo stoccafisso era già conosciuto dai vichinghi che lo portavano con sé nelle lunghe spedizioni in mare, ed è il prodotto di esportazione più antico della Norvegia.
Lo skrei, o merluzzo artico, vive principalmente nello stretto di Barents ma scende lungo le coste del nord della Norvegia per riprodursi. Il viaggio rende la carne compatta e saporita e quando i pesci arrivano alle Lofoten tra Gennaio e Aprile i pescatori ne approfittano.
Al museo del merluzzo di Å, vedrete come una volta pescati e puliti, i merluzzi vengono appesi alle rastrelliere legati due alla volta con una corda.
Il clima invernale delle Lofoten è perfetto per la loro essiccazione: non tanto freddo da farli gelare ma sufficiente per la loro conservazione. L’aria pura e salmastra di questo paradiso fa il resto e i merluzzi delle Lofoten sono i migliori del mondo.

Tra maggio e giugno, una volta completata l’essicazione il merluzzo viene vagliato e stoccato. Il personale addetto alla classificazione lo divide in 14 categorie di diverse qualità. I compratori, perlopiù italiani, fanno serrate trattative per l’acquisto di ingenti quantitativi. Poi il pesce viene impilato e infilato in sacchi traspiranti di juta e spedito.
Spesso sulle rastrelliere si vedono solo le teste dei pesci ad essiccare. Del merluzzo, un pò come del maiale, non si getta nulla. Le teste sono destinate alla Nigeria dove saranno polverizzate e trasformate in mangime, le lingue diventano una prelibatezza per i ristoranti locali ma io, onestamente, non ho avuto il coraggio di assaggiarle.
Per scoprire tutta la bellezza delle Lofoten, vi invito a leggere:
Il museo del merluzzo di Å
Å è l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese e anche il nome di un minuscolo e pittoresco villaggio di pescatori dell’isola di Moskenes alle Lofoten. Tutto il villaggio è in realtà un museo diffuso con i rorbuer rossi che una volta erano le case dei pescatori e che oggi ospitano le ricostruzioni di abitazioni e magazzini.
Il Tørrfiskmuseum, il museo del merluzzo, si trova in un ex deposito del pesce. Nelle due piccole stanze s potete vedere gli oggetti usati una volta per la pesca e la conservazione del merluzzo: bilancieri, carrelli, tavoli, presse, calibri.

L’aspetto più interessante è però l’incontro con Steiner Larsen, anzi si può dire che il vero museo è lui stesso. Parla diverse lingue tra cui l’italiano e se avete tempo e voglia di ascoltarlo vi intratterà con un sacco di curiosità sullo stoccafisso.
Innanzitutto vi racconterà di come un un nobile mercante veneziano, Pietro Querini nel lontano 1432 fu costretto a passare l’inverno sull’isola di Røst dopo il naufragio del suo vascello. I pescatori soccorsero i sopravvissuti dell’equipaggio e se ne presero cura per molti mesi durante i quali Querini ebbe modo di conoscere il pesce essiccato che portò in patria e lo trasformò in una delle colonne della cucina veneta.
Scoprirete anche che conosce i gusti degli italiani in fatto di merluzzo e stoccafisso, meglio degli italiani stessi.
Quando i merluzzi arrivano sulle coste occidentali delle Lofoten in Gennaio, sono paffuti e ben nutriti, quindi più grassi. Poi si spostano ancora e a Marzo raggiungono la parte orientale delle isole ma siccome durante il tragitto non mangiano, diventano più magri. Ora, nel nord Italia (Veneto e Liguria) si preferiscono gli stoccafissi magri, mentre i compratori di Napoli scelgono quelli più rotondi. Lo sapevate?

Infine un piccolo chiarimento sulla terminologia. Si tratta sempre dello stesso pesce, il merluzzo artico, che una volta essiccato si chiama stoccafisso. Il baccalà è quello conservato sotto sale e poi ammollato prima di cucinarlo. E’ molto diffuso in Portogallo dove si mangia in tanti modi diversi.
Per scoprire dove assaggiare questa prelibatezza vi rimando al post:
Il bachalau alla portoghese nelle tascas di Lisbona
Quello che i veneti chiamano “bacalà” con una sola c è in realtà lo stoccafisso, re del delizioso “bacalà alla vicentina”. Non si tratta di ignoranza ma di praticità dato che il suono era più affine alla parlata veneta che non stoccafisso.

Finalmente al museo del merluzzo di Å ho scoperto cosa sono quelle enormi bocche di pesce che si vedono spesso appese fuori dalle case o dai locali alle Lofoten. Si tratta delle teste del rarissimo merluzzo reale che i norvegesi utilizzano come barometro.
La visita al simpatico museo del merluzzo ci ha impegnato una mattina di pioggia e ha reso, se possibile, ancora più pittoresche le rastrelliere dei merluzzi appesi ad essiccare.

Un intero villaggio adibito a museo? Stupendo! Molto interessante questo museo, anche per la connessione all’Italia!
Una connessione che non conoscevo e che mi ha molto stupito!
Per prima cosa le tue foto sono incredibili, davvero bellissime. Non mi dispiacerebbe visitare il museo del baccalà e poi sarebbe una buona scusa per andare alle Isole Lofoten!
Uno dei millemila motivi per visitare queste isole davvero bellissime!
Un posto simile l’ho visto in Algarve. Sono sempre stata attratta dalle tradizioni locali e quale, meglio di questa, racchiude la storia e il folklore di questi territori! E poi se ben cucinato il baccalà è una vera delizia..
io veramente il baccalà lo adoro! E in Portogallo ne ho mangiato di buonissimo, quello che non sapevo era che provenisse proprio dalle Lofoten
Ho visitato un villaggio di pescatori di merluzzo e uno stabilimento per l’essiccazione dello stoccafisso, anche se non alle Lofoten ma sull’isola di Soroya. Un’esperienza che mi ha permesso di conoscere tante curiosità su questo prodotto, ma che soprattutto mi ha fatto scoprire il legame strettissimo che si crea all’interno di queste comunità in cui tutto ruota intorno alla pesca e alla lavorazione del pesce.
Soprattutto fino a metà del 1900 quando le comunicazioni erano difficili e i pescatori stavano mesi lontano da casa per inseguire i merluzzi e quanti naufragi dovuti alle tempeste si sono verificati! Praticamente ogni scoglio è stato teatro di una tragedia del mare
Ma guarda che chicca interessante che ci hai fatto scoprire questa volta! Ecco, il museo del merluzzo è una delle cose che io visiterei sicuramente.
Infatti anche io non me lo sono lasciato sfuggire! Un luogo strano e affascinante
Quando c’è tanta passione, come nel caso di Stainer, tutto diventa magico, anche il merluzzo e lo stoccafisso! É l’incontro con queste persone che rende l’esperienza magica e unica da vivere, da raccontare. Il nome di questo luogo è stranissimo comunque!
Tutto alle Lofoten può essere stranissimo.. sono davvero delle isole uniche e anche il museo dello stoccafisso fa parte di questa unicità
Interessante come un paesino di una sola lettera, la Å, diventi famoso per uno dei pesci che deliziano le nostre tavole e non sole. La visita all’ex deposito del pesce merita sicuramente una visita.
ho scoperto un legame inimmaginabile con il nostro paese
Io sono una fan sfegatata del baccalà, lo mangerei (quasi) ogni giorno, per cui per rendergli omaggio mi sa che dovrei proprio andare in pellegrinaggio a questo museo del merluzzo! 😀
M’incuriosisce il fatto che quando ero sull’isola di Senja in Norvegia ho trovato anche lì un villaggio minuscolo che si chiama A (ho fatto pure la foto davanti al cartello, non avevo mai visto un luogo dal nome così breve!).
che buffa l’idea di chiamare un villaggio con una sola lettera dell’alfabeto! Ma forse ai norvegesi piace così
Ho letteralmente divorato la lettura di questo articolo! a breve partirò per la Norvegia, ed ero a conoscenza di questo museo del merluzzo, ma non avevo trovato molte informazioni a riguardo. Grazie mille, me lo salvo per il viaggio 🙂
già ti invidio che vai in Norvegia!
Questo veramente mi piace! Che bello visitare il museo del merluzzo, vedere e sapere come viene pescato, se ci postassi Paolo starebbe lì una settimana per quanto gli piace pescare!
sai che mi è capitato di fermarmi a comprare del salmone su un’isola sperduta e la signora che me lo ha venduto mi ha chiesto se volevo la lenza per pescarne uno fresco?!! Sarebbe il posto per il tuo Paolo!!