La graziosa cittadina di Franklin dista una trentina di chilometri da Nashville, lungo la I-65. Il centro è molto elegante con belle case in legno , negozi e ristoranti, tranquillo e silenzioso sotto la pioggia battente.
Un pannello posto sulla piazza ricorda però che Franklin fu teatro di una delle più sanguinose battaglie della Guerra di Secessione.
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Il 30 Novembre 1864 , ormai sul finire della guerra, circa 40.000 uomini si fronteggiarono in una campagna poco lontano dalla città.
Quello che fu un un gigantesco campo di battaglia è oggi parte della periferia di Nashville. Tranne che per un’area di circa 3 ettari, il complesso della Carter House, rimasto com’era ai tempi della Guerra Civile.
La visita della Carter House è molto interessante soprattutto per la incredibile e tristissima storia della famiglia che la abitava.
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Salvate il soldato Tod
Il vecchio Fountain Carter, ormai vedovo, viveva nella casa che si era faticosamente costruito alla periferia di Franklin. Tutti e quattro i figli maschi si erano arruolati nell’esercito confederato. Con lui restavano le femmine e alcuni schiavi che lavoravano nei campi.
Fino a quel giorno, la guerra era rimasta lontana da Franklin ma all’alba del 30 Novembre 1864 alcuni soldati nordisti, nell’imminenza della battaglia, decisero di stabilire il loro quartier generale proprio alla Carter House.
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Le vicende di quelle drammatiche ore costarono la vita a migliaia di ragazzi e cambiarono per sempre la fisionomia della fattoria dei Carter.
In un disperato tentativo di ribaltare le disastrose sorti della Guerra, l’esercito sudista decise di attaccare frontalmente i nordisti. Il giardino dei Carter si trovò ad essere al centro del terribile scontro.
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La famiglia e gli schiavi si nascosero in cantina dove restarono per tutta la notte mentre fuori infuriava una sanguinosissima battaglia. Dal rifugio udivano i fischi delle pallottole, il rombo delle cannonate, le urla dei feriti.
All’alba, nel prestare soccorso ai superstiti della carneficina, Fountain Carter trovò in mezzo a loro il suo figlio più giovane, il Capitano Theodorik Carter, ferito a morte sul prato di casa.
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Il reggimento del Capitano Carter era accampato a Nashville. Tod, questo il suo affettuoso nomignolo, si era allontanato per correre a Franklin a salutare il vecchio padre.
La battaglia iniziò all’improvviso e Carter si vide costretto a combattere nel giardino di casa sua, difendendo strenuamente – oltre ai suoi ideali – la famiglia che sapeva essere nascosta da qualche parte.
Tod venne accudito insieme agli altri numerosi feriti sparpagliati nella proprietà dei Carter, ma non sopravvisse e neppure i suoi fratelli tornarono mai alla vecchia casa di Franklin.
Visitare la Carter House di Franklin
La triste storia del Capitano Tod ci è stata raccontata da una simpatica guida polacca che ci ha accompagnato nella visita della Carter House.
Il racconto, probabilmente un pò romanzato, della vicenda dei Carter ci ha però catapultato nella realtà della Guerra Civile americana. Ragazzi giovanissimi lasciavano le fattorie del Sud per difendere una causa senza dubbio sbagliata ma nella quale credevano fermamente perché era parte della cultura della loro terra.
Negli Stati del Sud, la schiavitù era un dato di fatto. Per approfondire l'argomento potete leggere:
Il mercato degli schiavi di Charleston
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Oltre alla casa dei Carter, sulla cui parete sono ancora visibili i fori delle pallottole, nel complesso della Carter House si possono visitare le abitazioni degli schiavi, la cucina e la Smokehouse. Quest’ultima, presente in tutte le piantagioni del Sud, era il luogo in cui venivano affumicate le carni per conservarle.
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All’interno del parco sono ancora posizionate le linee difensive dei due schieramenti e i cannoni nel punto esatto in cui furono utilizzati durante la battaglia.
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la Carter House si trova al 1140 Columbia Ave. di Franklin ed è aperta dal Lunedì al Sabato dalle 9,00 alle 17,00 e la Domenica dalle 11,00 alle 17,00. La visita guidata è opzionale e solo in inglese ma ve la consiglio caldamente per capire bene la storia non solo della famiglia Carter.
Il Tennessee giocò un ruolo importante nelle fasi decisive della Guerra di Secessione, moltissimi volontari provenivano da qui tanto che è soprannominato “The Volunteer State“.
Non lontano da Nashville si trova la piantagione The Hermitage appartenuta al Presidente Andrew Jacskson , lui stesso possessore di schiavi. Qui sotto l'articolo in cui ne parlo:
Cosa vedere a Nashville e dintorni
Prima di lasciare il Tennesee è obbligatorio fare tappa a Lynchburg dove assaggiare l’iconico whiskey:
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La distilleria del Jack Daniel’s, un simbolo del Tennessee
Interessante punto di vista. Mi piace sentire storie appartenute a luoghi e persone. Sono curiosissima di scoprire qualcosa anche su New Orleans!
In quel viaggio mi sono appassionata a tutte le storie, la Guerra di Secessione la conoscevo solo attraverso i film
Diciamo che la storia degli stati del Sud è davvero complessa quando si parla di schiavitù. Molto interessante questa tua visita: conoscevo la storia ma non avevo mai cercato dove fosse il posto.
Hai proprio ragione la storia degli Stati Uniti in tema di schiavitù è davvero complessa e contraddittoria che ha avuto e continua ad avere ripercussioni sul presente. Me ne sono resa conto visitando il Sud e cercando di approfondire le cosiddette “questioni razziali”
Mi ha colpito molto questa storia che, confesso, non conoscevo. La cosa pazzesca secondo me è proprio il fatto che il campo di battaglia avesse come centro una fattoria con tutti i suoi edifici, compresi la baracca dove vivevano gli schiavi.
anche io sono rimasta colpita d questa battaglia nel giardino di casa e nonostante la guida enfatizzasse l’eroismo dei Carter, anche io ho pensato agli schiavi…almeno li hanno tenuti in cantina con loro da come li trattavano in quel periodo non mi sarei meravigliata che li avessero lasciati a morire nelle baracche…
Una zona degli USA ricca di storia e di aneddoti, è sempre bello scoprirne di nuovi! Grazie per averla raccontata.
abbiamo visto in tanti film episodi della guerra di Secessione ma visitare i luoghi e vedere i fori delle pallottole ti catapulta nella realtà
E’ bello scoprire queste storie quando si viaggia in giro per il mondo, gli Stati Uniti poi sono pieni di questi episodi storici a noi ignoti.
Io mi diverto molto a scoprire storie, leggende e pettegolezzi dei luoghi che visito, mi sembra di conoscerli meglio!
Pazzesca la storia che si lega ai luoghi, diventando parte di essi e cambiandoli… Mi ha molto colpito questo articolo, mi è sembrato di esserci stata di persona! Grazie per questo pezzo di passato che hai condiviso 🙂
quando si ascolta la vicenda delle persone anche i fatti della storia ci sembrano più vicini.
Purtroppo sono zone che non conosco assolutamente perché non ho ancora avuto la fortuna di visitare ma mi affascinano tantissimo; ancor di più quando sono affiancate da questo genere di storie. Leggende, racconti e tradizioni sono indispensabili per apprendere al meglio ciò che ha contraddistinto un luogo.
Io sapevo della Guerra di Secessione dai tanti film che ho visto sul tema, però sentire i racconti dal vivo e vedere i campi di battaglia fa un altro effetto..
Bellissimo giro! Come sempre pubblichi posti e location non convenzionali! La fattoria è davvero originale? Fantastico!! Mi piacerebbe tantissimo!
Grazie Moira, sono molto curiosa di natura! Si, la fattoria è rimasta quella che era ai tempi dei Carter e i fori delle pallottole sulle pareti sono autentici.
Storia drammatica e curiosa allo stesso tempo. Impressionante la foto della parete della Carter House: da sola vale più di mille parole.
davvero la storia ascoltata sul posto ha tutto un altro effetto
Noi le abbiamo dedicato un week end lungo e intensissimo, direi che con 3/4 giorni riesci a vedere tutto
Leggo sempre con piacere i tuoi articoli e le storie che ci sono dietro. Pur avendo visto diversi film e letto libri a riguardo non conoscevo questo episodio. La storia degli stati del sud è davverp complessa quando si parla di schiavitù e credo sia molto toccante visitare quei luoghi. In una nazione non c’è niente di peggio che una guerra civile e per un padre vedere il proprio figlio morire
Io ho un pò romanzato la vicenda che comunque è reale e rappresenta tutta la drammaticità di una guerra assurda