Fino al 19 Novembre, le straordinarie fotografie dell’ Amazzonia di Salgado saranno in mostra a Milano. La grande rassegna intitolata semplicemente Amazônia comprende oltre duecento immagini di un mondo bellissimo e incredibilmente fragile.
L’immersione totale nella meravigliosa realtà della foresta Amazzonica brasiliana, fatta di acqua, alberi, nubi e montagne, è un invito a riflettere sulla necessità di preservarla e difenderla insieme ai suoi abitanti.
La mostra è allestita negli spazi della Fabbrica del Vapore e si articola in due sezioni principali, il paesaggio naturale e le popolazioni indigene. Una traccia audio composta appositamente riproduce i suoni della foresta: la pioggia, gli uccelli, il rumore delle foglie e i canti degli indigeni per un’esperienza sensoriale avvolgente e coinvolgente.
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Salgado e il suo sguardo sul mondo
Sebastiao Salgado nasce nel 1944 in Brasile e poi si trasferisce in Francia. Inizia a scattare da amatore ma presto capisce che la macchina fotografica è in realtà la sua “macchina da scrivere” , si esprime con le immagini e racconta la sua visione.
Nei suoi numerosi viaggi soprattutto in Africa documenta di come la vita degli esseri umani sia condizionata dai mutamenti ambientali, sociali e politici.
Il terribile genocidio del Ruanda lo sconvolge, lo lascia svuotato e incapace di credere ancora “nell’uomo e nel mondo”.
Verso al fine degli anni ’90 si prende una pausa dalla fotografia per dedicarsi ad un progetto di riforestazione in Brasile nella proprietà di famiglia. All’interno della Mostra di Milano c’è uno spazio dedicato proprio a questa iniziativa.
Grazie anche a questa esperienza, quando ricomincia a viaggiare il suo sguardo sul mondo è mutato e inizia ad andare alla ricerca di luoghi dove l’uomo non è ancora intervenuto. Angoli di pianeta dove la bellezza della natura si esprime in tutta la sua potenza.
L’Amazzonia di Salgado non è quella ferita e deturpata dalla cupidigia dell’uomo, ma quella ricca e straordinaria della foresta pluviale, delle cascate potenti, dei fiumi aerei. Nei numerosi ritratti delle tribù indigene che ancora abitano questo territorio variegato, lo sguardo del fotografo non è mai paternalistico ma ne sottolinea la dignità.
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L’Amazzonia di Salgado: vedute aeree e tempeste tropicali
Le immagini dell’ Amazzonia di Salgado sono divise in sezioni che sottolineano l’incredibile varietà di paesaggio di questo territorio immenso che si estende su nove paesi dell’America Latina, oltre la metà in Brasile,
Gli alberi rilasciano nell’aria centinaia di litri di vapore acqueo creando i “fiumi volanti” con una portata superiore a quella del Rio delle Amazzoni. Se nelle foto aeree non si dovessero più vedere le nubi che ricoprono la foresta, significherebbe che l’Amazzonia sta per scomparire.
Le foto in grande formato e con un uso straordinario del bianco e nero, mostrano nei dettagli la bellezza della foresta amazzonica con gli alberi, le montagne che spuntano tra le nubi, i fiumi scuri, e le immense cascate. A me sono piaciute particolarmente le immagini della fitta pioggia tropicale che spazza le foglie delle palme con una violenza inimmaginabile.
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Un labirinto di affluenti convoglia nel Rio Negro sulle cui acque scure galleggiano migliaia di isole e isolette che mutano, si spostano e scompaiono ogni stagione. Sono le magiche “isole nella corrente” dell’arcipelago di Anavilhanas.
Purtroppo ogni anno la biodiversità dell’Amazzonia è seriamente minacciata dalla deforestazione selvaggia operata dalle grandi aziende che vogliono conquistare nuovi spazi per gli allevamenti e le coltivazioni intensive.
Questo mondo perfetto, che con sette anni di lavoro Salgado e la sua compagna Léila Wanick ci stanno raccontando, è la testimonianza di ciò che ancora esiste e che potrebbe essere destinato a scomparire.
L’Amazzonia di Salgado: volti dipinti e sguardi fieri
Dei cinque milioni di indigeni che vivevano in Amazzonia del 1500, prima che gli esploratori portoghesi violassero la sua giungla, ne restano solo 370.000.
Gli indigeni dell’Amazzonia sono divisi in oltre 150 gruppi con lingue, culture e tradizioni diverse. Alcuni non hanno praticamente mai avuto contatti con l’esterno e la spedizione di Salgado del 2017 è stata la prima occasione di incontro.
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I ritratti sono straordinari. Gruppi di famiglia in posa con archi e lance. Volti dipinti, copricapi ornamentali di vistose piume di uccello che diventano fiori per agghindare i capelli delle ragazze. Giovani guerrieri con maschere rituali. pezzi di legno e bastoncini infilati sotto il mento come piercing. Anziani autorevoli e fieri.
E ancora lo sguardo del fotografo delicato ed empatico; l’Amazzonia di Salgado è fatta anche degli incontri con le persone e del rispetto che esalta le diversità.
Le bellissime immagini in controluce delle barche sul fiume, del rientro dalla caccia tra i rami intricati della foresta, delle donne sedute accanto alle enormi radici di un albero, raccontano di uno stile di vita che sfrutta la natura senza dominarla nel ciclo infinito della vita.
Le interviste ai capi tribù sono commoventi come il loro unico importante messaggio: “vogliamo che questa terra non sia distrutta“.
E’ l‘impegno che vogliamo prenderci dopo essere stati per un paio d’ore sotto la pioggia battente, lungo i labirinti dei fiumi, nell’intrico della foresta ad ammirare la bellezza delle nuvole.
Amazônia di Sebastiao Salgado, informazioni pratiche
La mostra sull’Amazzonia di Salgado è a Milano, alla Fabbrica del Vapore in Via Procaccini, 4. Si raggiunge comodamente con la metropolitana Linea 5 Lilla fermata Monumentale oppure Cenisio.
Lunedì, martedì, mercoledì dalle 10,00 alle 20,00 – altri giorni dalle 10,00 alle 22,00
Dal 16 Luglio al 31 Agosto tutti i giorni dalle 10,00 alle 22,00. Chiusa il lunedì.
Per prenotazioni: salgadoamazonia.it
Conoscevo Salgado solo di nome ma non avevo mai approfondito, al punto tale che probabilmente non avevo mai cercato una delle sue fotografie su internet. La natura è indubbiamente la protagonista di questi scatti, e anche le immagini delle persone sono davvero potenti. Mi ha colpito molto quello che hai detto su queste popolazioni che vivono immerse nella natura senza però pretendere di dominarla.
Incredibile che alcuni gruppi di indigeni non abbiamo mai praticamente avuto contatti con l’esterno, eppure continuano a vivere nella loro foresta trovando l’equilibrio con la natura, cosa che noi ormai non facciamo più da tempo
Credo che farò in tempo a visitare questa interessante mostra, dato che sarò a Milano in autunno. Credo valga la pena fare un salto nella memoria di queste popolazioni abilmente impresse su carta fotografica da Salgado.
i ritratti sono incredibili e soprattutto mi chiedo come ha fatto ad entrare così in empatia con loro da farli posare per le sue foto!
Grazie della dritta. Una mostra fotografica come questa potrebbe essere un validissimo motivo per tornare a Milano. Che meraviglia!
vale assolutamente il viaggio
Una mostra davvero super interessante, peccato solo vivere così lontano da Milano altrimenti ci sarei andata sicuramente
peccato davvero perchè le foto sono molto coinvolgenti
Salgado è un genio assoluto della fotografia, uno che ha deciso di comunicare quasi esclusivamente con i suoi scatti straordinari e di raccontare una terra fragile e in pericolo, quella dell’Amazzonia brasiliana. Non mi perderò sicuramente i suoi scatti!
la mostra è veramente emozionante
Avrei visto questa mostra tanto volentieri, non solo perchè le opere di Salgado sono degli autentici capolavori, ma anche perchè sono appassionata dell’Amazzonia. L’ho visitata l’anno scorso e me ne sono perdutamente innamorata!
infatti ti ho pensato intanto che guardavo le foto! Chissà che emozione esserci stata di persona in mezzo a quella natura strepitosa. Sei ancora in tempo, la mostra è a Milano fino a Novembre
Foto meravigliose, non conoscevo questo fotografo, mi piace parecchio e adesso voglio andare a leggere qualcosa del suo lavoro. Grazie delle info, utilissime come sempre!
E’ davvero una persona con un occhio attento e sensibile oltre che un grandissimo fotografo