Piazza Navona è sempre così affollata di turisti che rischiamo di non far caso al capolavoro che sta al centro: la Fontana dei Fiumi di Gianlorenzo Bernini.
Di sera, quando la visuale si fa più libera, la fontana sembra quasi la versione ingrandita di quei sontuosi soprammobili tipici degli arredi barocchi.
La perfezione e la plasticità delle figure raggruppate introno all’obelisco la rendono davvero spettacolare. La teatralità del gruppo scultoreo, incarna lo spirito del barocco che voleva stupire e ammaliare lo spettatore con effetti sorprendenti.
E guardandola non si può che essere sorpresi dalla sua imponenza: 30 metri di altezza, quasi 14 di larghezza della vasca, un obelisco centrale e un tripudio di figure allegoriche.
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Le allegorie della Fontana dei Fiumi
I blocchi in travertino al centro della vasca rappresentano la terra da cui sgorgano i quattro fiumi principali conosciuti nel 1600, uno per ogni continente. L’Australia sarebbe stata scoperta solo nel 1770.
Le gigantesche statue in marmo delle allegorie dei fiumi, realizzate dai collaboratori di Bernini secondo i canoni classici, sono figure maschili.
Il Nilo ha il viso nascosto da un velo perché non se ne conoscevano le sorgenti. E non, come vorrebbe la tradizione popolare, per non vedere la bruttura della Chiesa di Sant’Agnese progettata dal rivale Borromini.
Il Gange ha in mano un remo che indica la sua navigabilità. Ai piedi del Danubio ci sono dei fiori, simbolo delle fertili pianure che attraversa.
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L’animata figura del Rio della Plata ha un sacchetto di monete d’argento (plata in spagnolo) e un braccio alzato. I soliti detrattori vorrebbero che servisse a ripararsi dal crollo imminente della Chiesa. Si tratta solo di leggenda dato che la fontana è precedente alla costruzione della chiesa, ma la rivalità tra i due maestri ha delle fondamenta e lo vedremo in seguito.
Altri elementi naturali e animali esotici alludono ai quattro continenti: il cactus e il coccodrillo per l’America, un serpente per l’Asia, una palma mossa dal vento e un leone per l’Africa. Il bellissimo cavallo che sembra voler uscire dall’acqua e lanciarsi al galoppo, è l’omaggio all’Europa.
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Fino ad allora le fontane di Roma erano eleganti vasche cinquecentesche come quella di Piazza Colonna o veri e propri trionfi architettonici come la Mostra dell’Acqua Paola al Pincio.
Bernini va oltre e introduce l’elemento naturalistico. Inizia con la Fontana del Tritone scolpita per Urbano VII, per raggiunge con la Fontana dei Fiumi un effetto straordinario esaltato dall’utilizzo di materiali diversi. Oltre al travertino del blocco centrale, il marmo della vasca e il porfido dell’obelisco.
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Ristoro agli assetati, esca a chi medita
L’obelisco attorno a cui ruotano le figure della Fontana dei Fiumi è una copia di epoca romana dei modelli egizi e fu ritrovato nel Circo di Massenzio.
Risulta come sospeso dato che poggia solo sugli angoli delle statue creando al centro un vuoto scenografico ed è il perno di tutta la scultura.
Poiché non si era ancora in grado di interpretare i geroglifici, nel 1600 si usava dare loro un significato legato all’universalità, in questo caso della Chiesa.
Terminato il tempo delle grandi scoperte, inizia quello dell’Universo finito di cui Roma è il centro e la Fontana l’immagine e nel quale si scontrano la luce e l’ombra.
Lo Spirito Santo sotto forma di colomba posta in cima all’obelisco, irradia la luce divina sul mondo rappresentato dall’acqua e dalla roccia. Il leone, simbolo di luce, si scontra con il cavallo marino che è Tifone, il buio.
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“Leggendo” la fontana dal basso verso l’alto si trova l’elevazione dell’uomo mortale a entità divina, mentre dall’alto è la Grazia divina che si irradia sul mondo mortale.
Sono concetti su cui meditare ed è quello che l’iscrizione del basamento, voluta proprio da Papa Innocenzo X, invita a fare. La fontana vuole offrire “salubre amenità ai passanti, ristoro agli assetati, esca a chi medita”
Certo è che con la folla di turisti, bancarelle e artisti di strada che ogni giorno riempiono la piazza, concentrarsi sulla meditazione risulta piuttosto difficile.
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Bernini vs Borromini
La rivalità tra i due grandi architetti della Roma barocca è leggendaria e delle battute sagaci , assolutamente prive di riscontro storico, sulle opere di Borromini ho accennato più sopra proprio perché le trovo molto divertenti. D’altra parte non lontano da Piazza Navona si trova la statua di Pasquino a cui si affiggevano epigrammi e critiche contro i potenti, come a dire che le lingue pungenti a Roma non sono mai mancate.
Il progetto di abbellimento di Piazza Navona fu commissionato da Papa Innocenzo X Pamphilj a entrambi i maestri. Lo scopo era quello di adeguare il luogo su cui sorgeva la residenza di famiglia.
Su quelle che erano state le gradinate del grande stadio di Diocleziano, in epoca medioevale si costruirono le case che seguivano il perimetro dell’agone (l’arena) da cui il nome di Piazza Navona, che era diventato un grande mercato gremito di venditori ambulanti e imbonitori.
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Bernini doveva assolutamente riscattarsi agli occhi del Papa dopo che uno dei campanili di San Pietro aveva ceduto e regalò a sua cognata , la potente Donna Olimpia, un modellino d’argento della futura Fontana dei Fiumi.
Va da sé che il progetto del rivale Borromini venne scartato e da lì l’origine delle credenze sulla loro competizione.
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Piazza Navona: non solo Fontana dei Fiumi
Personalmente mi piace molto Piazza Navona per quella sua forma in cui si ritrova così bene il perimetro originario dello stadio. Dalle gradinate alle residenze rinascimentali, da mercato a salotto patrizio, Piazza Navona è’ la dimostrazione che la storia è una continua sovrapposizione e stratificazione.
Se la Fontana dei Fiumi si trova proprio al centro dell’agone, alle due estremità ci sono la Fontana del Moro e quella del Nettuno entrambe di Giacomo della Porta.
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Al di là delle battute io trovo molto bella anche la chiesa di Sant’Agnese con la facciata concava tipica di Borromini. L’eleganza della piazza è sottolineata dai bellissimi palazzi nobiliari: Palazzo Pamphilj, oggi sede dell’Ambasciata del Brasile, e Palazzo Lancellotti.
Basta poi allontanarsi appena dalla folla rumorosa e dalle bancarelle della piazza, per trovarsi in una delle vie più belle di Roma, Via dè Coronari. Le eleganti botteghe degli antiquari non fanno che sottolineare il sapore medioevale dei vicoli, e il gusto rinascimentale dei palazzi che creano angoli davvero suggestivi.
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A me le credenze popolari come quella sulla rivalità tra Bernini e Borromini piacciono molto, perché arricchiscono la storia di un monumento e rendono gli scultori più umani 🙂
Io adoro le storie di gossip nel mondo dell’arte, rivelano anche un lato umano che spesso rimane celato dietro le opere
Grazie Antonella, per questo saggio dedicato ad una delle Piazze più belle del mondo! Roma non finisce mai di stupire! amo tantissimo Le piazze e gli slarghi vicini, come Campo dei Fiori!
Un abbraccio e a presto, magari proprio a Roma!
Mimì
anche io non mi stanco mai della bellezza di Roma! Davvero “eterna”!
Gian Lorenzo Bernini è stato lo scultore più geniale di tutta la storia dell’arte italiana. Per quanto il barocco può sembrare “pesante”, le sue opere sono ispirano armonia. La mia preferita è proprio la fontana di Piazza Navona. Da vedere il fontanone dell’Acqua Paola.
Hai ragione, il barocco di Bernini mantiene una leggerezza nelle proporzioni che lo rende sempre meraviglioso, le fontane in particolare sono tutte bellissime anche quella del tritone a me piace molto
Roma è bellissima! Io purtroppo ho sempre avuto il piacere di vederla nei reportage o sui siti non ci sono mai stata purtroppo ma rimedierò sicuramente
Roma, non si finisce mai di conoscerla è una continua scoperta di bellezza