Il Pont du Gard è l’acquedotto romano più alto che conosciamo. Un vero capolavoro di ingegneria idraulica in terra di Francia.
I suoi tre livelli di arcate sovrapposte si stagliano contro il cielo, massicci ed eleganti allo stesso tempo. Al primo sguardo il Pont du Gard sembra solo un magnifico ponte che attraversa in modo spettacolare il fiume Gardon. Invece quella che ammiriamo è solo la parte più alta e monumentale di un acquedotto lungo oltre 50 chilometri.
Un’opera di ardita leggerezza che aveva anche una enorme utilità pratica. Non finisco di sorprendermi se penso che parliamo del I secolo d.C.!
Pont du Gard, l’acquedotto che celebra la “romanità”
Un aspetto interessante dell’acquedotto è il vero scopo della sua costruzione. E’ stato progettato per portare acqua corrente alla città di Nîmes ma va detto che l’acqua necessaria alla sopravvivenza degli abitanti non mancava. Quella che si è fatta arrivare attraverso il “Pont du Gard” serviva ad alimentare terme e fontane. In altre parole l’acquedotto di Nîmes è stato costruito per elevare lo stile di vita della colonia e adeguarlo a quello di Roma. L’acqua, nel mondo romano, aveva un valore di salute, di piacere e anche di estetica. Ecco quindi che questa opera imponente diventa un monumento urbano simbolo della romanità.
I romani volevano che le popolazioni delle colonie diventassero romane e promuovevano un processo di integrazione e assimilazioni allo stile di vita della capitale. Dopo la conquista e la sottomissione, le colonie avevano una certa autonomia politica ed economica volta appunto alla “romanizzazione” delle genti. Tutti coloro che abitavano nei confini dell’Impero avevano il privilegio di essere cittadini romani.
Il Pont du Gard non è solo un acquedotto o un ponte, è il monumento alla capacità dell’uomo di gestire l’acqua e la pietra e di creare un rapporto simbiotico con la natura.
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Come è nato l’acquedotto
A chi dare il merito di aver costruito l’acquedotto? Forse ad Agrippa, genero e ministro dell’Imperatore Augusto, incaricato di occuparsi della Gallia. Il solo nome che si legge chiaramente inciso nella pietra del ponte è però quello di Veronius, probabilmente l’architetto.
La sua costruzione iniziò intorno al 50 d.C. con lo scopo di portare l’acqua corrente alla città di Nîmes. La colonia romana di Nemausus stava infatti diventando sempre più ricca e fiorente. Per convogliare le acque dalla sorgente di Uzès occorreva superare un importante dislivello e scavalcare il fiume. Ostacoli non da poco per i mezzi dell’epoca.
Eppure il Pont du Gard, è ancora lì a testimoniare l’incredibile capacità tecnica degli ingegneri romani.
Furono necessari cinque anni di lavoro e l’impiego di moltissimi uomini per realizzare quest’opera davvero grandiosa. Sulle pietre si possono ancora vedere i segni delle imponenti impalcature utilizzate. Tutte le opere di muratura sono realizzate a secco incastrando alla perfezione i grossi blocchi di calcare.
Il sistema funzionò per 450 anni, poi per mancanza di manutenzione le condotte si sono intasate e l’acqua che vi scorreva non era più pura.
Divenne una cava. Come sempre avviene nella storia dell’architettura, le sue pietre servirono alla costruzione di edifici e chiese nelle città dei dintorni.
Nel Medioevo il ponte/acquedotto divenne una via commerciale: per attraversarlo si pagava una gabella. Vi passavano mezzi e merci che minarono la solidità delle arcate inferiori.
Dopo secoli di incuria, nel 1840 il Pont du Gard viene inserito tra i monumenti storici di Francia e diventa un sito “classé” come piace tanto dire ai francesi. Nel 1985 l’ Unesco lo iscrive tra i beni Patrimonio dell’Umanità.
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Caratteristiche del Pont du Gard
La vera caratteristica del Pont du Gard sono le arcate, con una proporzione precisa nelle dimensioni dei tre livelli. La parte bassa è composta da sei archi, il secondo livello è di 11 arcate anch’esse alte circa 20 metri. Al terzo livello gli archi sono molto più bassi e molto più stretti.
Qui passa il canale vero e proprio, la ragione per cui l’acquedotto è stato costruito. I segni del livello dell’acqua sono ancora visibili sui muri. Il dislivello tra la sorgente e il punto di arrivo non è elevato quindi per sfruttare al massimo le pendenze (l’acqua, si sa, deve andare in basso) l’acquedotto segue un percorso sinuoso di circa 50 chilometri.
La portata giornaliera era di circa 20.000 metri cubi e l’acqua impiegava una giornata intera per arrivare da Uzés a Nîmes. Qui veniva convogliata in un serbatoio circolare con dei grossi fori da cui partivano le tubature di piombo che portavano l’acqua a terme e giardini.
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Visitare il Pont du Gard
Il Pont du Gard si trova nella Regione dell’ Occitania, e più precisamente nel dipartimento del Grd. Per un soffio non siamo più in Provenza ma rimane il fascino imperdibile del Sud della Francia. Se ne avete modo, prendetevi tutta la giornata per la visita dell’acquedotto. Potrete approfittare di un luogo immerso nella vegetazione e godere un pò di relax all’ombra delle magnifiche arcate.
E’ obbligatorio lasciare l’auto al parcheggio, logicamente a pagamento e raggiungere il Ponte a piedi. Si possono acquistare diversi tipi di biglietti, alcuni comprendono anche la visita guidata, altrimenti potete comunque restare all’interno del sito e ammirare l’acquedotto senza salirci. Però sarebbe un vero peccato.
La passeggiata “mémoires de garrigue” è un bellissimo percorso immerso nella macchia mediterranea tra i profumi di timo e rosmarino. Il sito è aperto tutto l’anno, per maggiori informazioni https://www.pontdugard.fr/
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Questo capolavoro mi manca da vedere. Noi siamo molto spesso on the road in Francia, ma non siamo mai passati da queste parti purtroppo. Ora che conosco questo ponte voglio assolutamente vederlo di persona. Inserisco nell’itinerario del prossimo road trip, che faremo pandemia permettendo, il prima possibile!
Lo so che vi piace la Francia… se ti capita di nuovo la zona di Avignone o Nîmes merita davvero una deviazione
Ma che bello! Non sapevo della sua esistenza e questo articolo mi ha molto incuriosito. Dev’essere una bella esperienza fare la visita guidata per poterci salire. Chissà che bella vista da lassù!!
Davvero un’opera imponente e incredibilmente geniale dal punto di vista ingegneristico
Bellissimo, non lo conoscevo! Sono orgogliosa dell’impronta che gli antichi Romani hanno lasciato praticamente ovunque… Mi piace anche l’idea dell’acqua collegata non solo alla salute ma anche all’estetica. Dovrò tornare presto in Francia.
Più mi addentro nella storia dell’antica Roma e più scopro che i romani avevano una concezione della vita e della bellezza estetica davvero molto moderna
Le opere che ci hanno lasciato i romani sono dei veri capolavori di ingegneria, soprattutto gli acquedotti. Questo che descrivi nell’articolo sembra imponente e bellissimo, ma soprattutto molto ben conservato!
Purtroppo in parte è stato cannibalizzato per utilizzare la pietra ma la parte centrale con i tre livelli di archi è rimasta perfetta
Mi ricorda un pò l’acquedotto di Carta, sito Unesco insieme alla Reggia e San Leucio. Non conoscevo l’esistenza di questo acquedotto in Francia, lo ammetto, dal tuo racconto merita di essere visto!
Infatti una delle particolarità dell’acquedotto è che lo hanno progettato per una colonia.
Ciao Anto, in Toscana esiste un acquedotto simile a questo, lo vedi anche dal autostrada Firenze – mare , nei pressi di Lucca.
se pensiamo ai pochi mezzi dell’epoca, hanno fatto delle opere veramente geniali
L’ho visto e sono rimasta a bocca aperta! Incredibile immaginare come i romani siano riusciti a costruire questo capolavoro di ingegneria civile senza mezzi meccanici. Quando lo attraversi il primo pensiero è per la resistenza di questa struttura, esposta per millenni alle intemperie, quando crollano viadotti costruiti da meno di un secolo fa.
hai colto perfettamente Paola! E’ stato lo stesso pensiero che ho fatto anche io
Ci sono stata ed è stato uno dei luoghi che più mi hanno lasciato a bocca aperta: era il 2017 ed ero da poco “Donna Vagabonda” ma ricordo nitidamente la bellezza e la magnificenza dell’acquedotto. Ho visitato anche il piccolo museo, ci tornerei anche subito.
a me è piaciuto molto passeggiare nel parco
Trovo strabiliante che dopo tutti questi anni una costruzione del genere, così imponente, resti ancora così stabile. Non conoscevo questo acquedotto, ma direi che è parecchio impressionante!
Davvero un’opera straordinaria e una dimostrazione che le cose si possono fare bene!
Che meraviglia!
Adoro Borghi e costruzioni romane. Penso avessero una marcia in più. E, soprattutto, oltre l’estetica sempre molto bella, non mancano mai di essere funzionali!
Mi segno questo capolavoro, perché mi manca da vedere!
Hai ragione, oltre che decisamente molto bello e scenografico, il ponte aveva un’utilità pratica molto importante
Molto interessante sai Anto?
Ho visto un acquedotto molto simile in Messico, dovrei un giorno scrivere sui quei viaggi…..
Tanta roba 😍
anche le civiltà precolombiane in quanto a studi di ingegneria erano veramente geniali!
Non abito troppo lontano da là. Mi hai dato un’idea per una gita di fine settimana. E in più non ci sono ancora stata!!
Merita davvero!
Ci sono stata parecchi anni fa, di ritorno da un viaggetto in Provenza, ovviamente! 😉
Ne ho dei bellissimi ricordi, era una calda sera d’estate, ma lì era più fresco e sono rimasta davvero affascinata di fronte a questo capolavoro di architettura e tecnica!
Incredibile pensare che è stato costruito così tanto tempo fa ed è perfetto dal punto di vista tecnico e strutturale
Santa Vittoria d’Alba, la città che confina con quella in cui abito io, è gemellata con Vers Pont du Gard eppure non sono mai andata a cercare qualche informazione in più a questo proposito. Non conoscevo la storia del Pont du Gard e ora sarei curiosa di conoscere meglio la zona: potrei approfittare dei viaggi organizzati ogni anno proprio per il gemellaggio.
mi sembra una bella idea! tra l’altro viaggiando in Francia ho notato che moltissimi paesi sono gemellati con località italiane