Sciacchetrà, il vino dorato degli angeli matti delle Cinque Terre

Angeli matti, è così che il giornalista Luigi Veronelli ha chiamato i vignaioli delle Cinque Terre che producono l’eccezionale Sciacchetrà.

Effettivamente per continuare a coltivare la vigna con una fatica indescrivibile su terrazzamenti a picco sul mare flagellati dal vento, un pò matti bisogna esserlo. E anche molto appassionati.

Il vino passito Sciacchetrà, prodotto in quantità limitate in questo tratto di costa del Levante Ligure patrimonio Unesco, è un prodotto antico e prezioso.

Il suo colore dorato, il profumo intenso e il gusto iodato lo rendono indimenticabile a chiunque lo assaggia per la prima volta.

Già conosciuto dai romani, lo Sciacchetrà è stato apprezzato negli anni da poeti e artisti, tra cui Telemaco Signorini che soggiornò a lungo a Riomaggiore e che lo definì “liquore color dell’oro”. Lo stesso D’annunzio lo trovava estremamente sensuale e lo serviva spesso nei suoi banchetti.

Sciacchetrà, il vino dorato degli angeli matti delle Cinque Terre

Da sempre gli abitanti dei borghi delle Cinque terre hanno conquistato ogni centimetro della loro terra ricavando stretti terrazzamenti sui fianchi delle montagne. I preziosi muretti a secco costruiti con pietra e terra servono ancora oggi a proteggere e difendere il poco suolo coltivabile.

Da sempre gli agricoltori delle Cinque Terre si sono messi le ceste “in collo per scendere a piedi gli stretti gradini delle terrazze, tre volte al giorno fino al termine delle vendemmia per arrivare in paese dove c’erano le cantine. Solo dal 1980, con i fondi europei, una cremagliera consente di far salire l’uva al livello della strada.

Sciacchetrà, il vino dorato degli angeli matti delle Cinque Terre

E’ Roberto, il titolare dell’Azienda familiare Terra di Bargon, a raccontarci tutto questo mentre nella sua cantina di Riomaggiore facciamo una degustazione di Sciacchetrà e formaggio di capra.

Ci parla di suo padre, emigrato in America negli anni ’30 perché alle Cinque Terre si moriva letteralmente di fame, e poi tornato al paese ammalato di nostalgia per piantare la vigna. Da allora Roberto e i suoi fratelli continuano a produrre lo Sciacchetrà seguendo i ritmi delle stagioni.

E’ un lavoro durissimo fatto tutto a mano ma, anche se ormai anziani, continuano ad essere gli angeli matti che tengono in vita l’incessante dialogo tra uomo e natura.

ph credits @Terra di Bargon

Lo Sciacchetrà è fatto con uve di Bosco, Albarola e Vermentino. Dopo la vendemmia si stendono i grappoli ad essiccare su dei graticci ventilati per evitare che umidità e mareggiate provochino la formazione di muffe.

Trascorsi 70 giorni si porta l’uva in cantina, si sgranano i grappoli a mano chicco per chicco e si procede alla spremitura e alla torchiatura. Infine lo Sciacchetrà si lascia affinare in botti di acciaio per almeno venti mesi.

Sciacchetrà, il vino dorato degli angeli matti delle Cinque Terre
ph credits @Terra di Bargon

Pur essendo un vino passito a tutti gli effetti, lo Sciacchetrà ha delle caratteristiche uniche. Innanzitutto non deriva da uve aromatiche come il moscato o la malvasia ma è fatto con uve neutre in gran parte di Bosco. L’appassimento avviene con le bucce e, a differenza del passito di Pantelleria, non viene addizionato da nessuna componente alcolica.

La resa è bassissima: da un quintale di uve si ricavano 25/30 litri di vino e la zona di produzione è limitata ai comuni di Monterosso, Vernazza, Manarola e Corniglia, Riomaggiore. Inoltre la lavorazione a mano delle vigne e la manutenzione dei muretti a secco fanno lievitare i costi di produzione. Questo fa dello Sciacchetrà uno dei vini più costosi del mondo ma si tratta di un vino nobile e raro.

Sciacchetrà, il vino dorato degli angeli matti delle Cinque Terre

Lo Sciacchetrà ha un bellissimo colore giallo dorato con riflessi ambrati. Ha sentori di fichi, mela e arancia candita. E’ piacevolmente dolce con un gusto equilibrato e persistente. Perfetto in abbinamento ai formaggi consistenti, si adegua bene anche alla pasticceria secca con mandorle e canditi. Una volta invecchiato assume un colore quasi bronzeo e si trasforma in un elegante vino da meditazione.

Ad Agosto 2024 è stata riaperta la romantica Via dell’Amore che collega Riomaggiore a Manarola. Una ragione in più per scoprire le Cinque Terre, i suoi borghi pittoreschi, i sentieri panoramici e le eccellenze gastronomiche come lo Sciacchetrà.

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14 Risposte
  1. Pur non conoscendo bene la zona, conosco questo vino perché rientrava in un progetto di salvaguardia dei prodotti al quale avevo partecipato per il mio precedente lavoro. Incredibili le condizioni di produzione, che richiedono tanta fatica. Come in altri casi speciali come quello dello Sciacchetrà, si tratta di un prodotto che non è solo il risultato di un processo di produzione, ma coinvolge l’ambiente, la storia e la popolazione del luogo.

    1. Joseph

      Stupendo, tutto.
      Quasi quasi riesco ad assaporare questo Nectar meraviglioso che si chiama Sciacchetrà.

      Grazie per questo articolo.

      Sapresti dire da dove deriva questo nome inusuale?

  2. La prossima volta che andremo in Liguria non mi perderò certo una degustazione di questo passito! Ci sono diverse cantine notevoli nella regione, aggiungo anche questa alla lista delle cosa da fare! Già il nome è un tutto dire, mi hai incuriositp moltissimo presentando questo Schiacchetra.

  3. libera

    Che chicca interessante che mi hai fatto scoprire! Questo passito non l’ho mai assaggiato ma, se dovessi capitare in zona, non ci penserei due volte a farlo.

  4. Sono stata a Levanto due anni fa e ho conosciuto un produttore di Schiacchetrà: coltivare la vite è già di per sé difficile ma in queste condizioni, con i muretti a secco e il pochissimo spazi disponibile diventa un’arte. Non ho avuto il pacere di poterlo assaggiare ma sono sicura che sarà fantastico.

    1. Per fortuna adesso sono state introdotte le monorotaie che riducono almeno la fatica di trasportare a spalla le casse con i grappoli. Ci vuole gente tosta come i liguri per fare un lavoro del genere ma il risultato è eccezionale

  5. Arianna

    Quando torno alle 5 terre lo provo sempre in effetti le vigne così terrazzate sono pazzesche, basta fare uno dei tanti percorsi di trekking tra i vari borghi per rendersene conto, un’eccellenza della Liguria, ne sono fiera

    1. Ammiro tantissimo la tenacia degli agricoltori e di tutta la gente della Liguria che da sempre strappa letteralmente la terra al mare con fatica e dedizione

  6. Federica

    Non ero a conoscenza di questo tipo di vino, mi hai davvero incuriosito. Inoltre, non sapevo che fosse tra i più costosi e rari, né che venisse prodotto proprio qui.

    1. La zona di produzione è molto piccola e le condizioni molto faticose, questo rendono il vino un prodotto di nicchia che raggiunge prezzi elevatissimi che neppure io avevo immaginato. Però è Buonissimo!

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