Arles e Van Gogh. E’ impossibile visitare Arles senza farsi coinvolgere dalla presenza del pittore ed è altrettanto impossibile pensare a Van Gogh senza associarlo alla luce di Arles e della Provenza.
Arles è una bellissima città che ha molti motivi per essere visitata, e ne parleremo. Ma ciò che più mi affascina, è il continuo rimando ai quadri di Van Gogh.
Si ritrovano i suoi tratti nel giallo dei muri delle case, negli scorci dei vicoli, nell’azzurro intenso del cielo.
“Qui la natura è incredibilmente bella …il cielo è di un blu sorprendente…”
Al sole della Provenza, il giovane Vincent si immerge in una tavolozza di colori: verdi, rossi e violetti si mescolano sulle sue tele in una continua sperimentazione.
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Arles nei quadri di Van Gogh
La casa gialla di Place Lamartine, dove visse con l’amico Gauguin, è stata distrutta dai bombardamenti ma osservando gli edifici della zona, non è difficile rivederla con i muri color ocra e le imposte verdi. L’arco in fondo alla via è rimasto lo stesso e lo sguardo, oggi come allora, si perde verso il piano della Camargue.
Il caffé di Place de Forum invece è ancora lì, incredibilmente identico nei suoi dettagli. La tenda gialla, il lampione, le pareti. Fu proprio a questi tavolini che i due amici litigarono furiosamente: Gaugin scagliò un bicchiere addosso a Van Gogh che poi si tagliò un orecchio e glielo fece recapitare da una prostituta.
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A questo episodio seguì il ricovero presso il manicomio di Saint Paul de Mausole.
Arles sorge sul Rodano, prima che il fiume si divida a formare il delta e la Camargue: una notte d’estate le luci dei lampioni della città riflessi sull’acqua incantarono Van Gogh che li ritrasse nel famosissimo “notte stellata”.
Nei dintorni della città i campi di grano della Crau sono protagonisti di numerosi dipinti con il loro giallo intenso.
E il ponte levatoio di Langlois (dal nome del custode) è stato disegnato spesso da Van Gogh. Quello che vediamo oggi, ricostruito, si trova leggermente più a valle dell’originale, sul canale che collega Arles a Port de Bouc.
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Arles patrimonio Unesco
I numerosi resti di quando Arles era colonia romana e gli importanti monumenti di epoche successive sono stati riconosciuti dall‘Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Les Arènes
L’Arena sorge nel cuore della città, perfettamente integrata con gli edifici che le sorgono intorno seguendo la linea arrotondata del suo doppio livello di arcate.
L’anfiteatro ricalca, in piccolo, il Colosseo e poteva contenere fino a 25.000 spettatori. Fu la ricompensa per la colonia rimasta fedele a Giulio Cesare contro Marsiglia che si era invece schierata con Pompeo.
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Giochi e spettacoli continuarono a svolgersi al suo interno anche dopo la caduta dell’Impero per poi essere trasformato in fortezza chiusa. Solo nell’ ‘800 il barone di Chartrouse, sindaco di Arles lo riportò al suo ruolo con spettacoli di tori (dopotutto siamo in Camargue) che gli valsero il nome di Arènes.
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Il chiostro di San Trofino
Proprio accanto alla Cattedrale, (entrata separata a pagamento), il chiostro di Saint Trophime è una vera galleria d’arte romanica provenzale.
Dopo la luce abbacinante e la confusione della Piazza, si scopre un angolo delizioso di calma e serenità.
Al centro il piccolo cimitero bordato di oleandri fioriti e intorno un racconto scolpito .
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Sui capitelli delle eleganti colonnine è inciso il racconto della Passione dove anche i Santi patroni della città diventano Apostoli
Poi è la volta dell’ infanzia di Gesù, narrata con immediatezza dalla nascita alla fuga in Egitto. Un ricamo di pietra che racconta la storia universale della cristianità.
Il centro storico di Arles
Su Place de la République, di fronte alla cattedrale, si trova il Municipio in un palazzo del ‘600. Poco distante si accede a quello che era il foro romano. La piazza si chiama infatti Place du Forum ( quella del caffé del quadro di Van Gogh)
Merita una visita il criptoportico, parzialmente interrato, che risale al 40 a.c.
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E poi tante stradine che si dipanano dal centro, con negozi e ristoranti. Piazze e giardini affollati di turisti e angoli e armoniosi , fanno di Arles una città che lascia il segno nella memoria.
Assolutamente provenzale nei suoi edifici eleganti ma già così camarghese nella vitalità e nei colori che parlano di Spagna.
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Le regine e i gardiens di Arles
I tessuti ricercati , i gioielli, il taglio impeccabile delle gonne e i nastri dei cappelli dei costumi tradizionali danno alle arlesiane l’eleganza delle regine. Indossare un abito da “dama” è un onore. Per questo ogni tre anni al teatro Antico, si svolge una festa che termina con l’elezione della “Regina di Arles” che avrà spesso dei ruoli pubblici di rappresentanza.
Gli uomini non sono da meno e i “guardiani”, ovvero coloro che si occupano dei tori della Camargue, si riuniscono il 1 Maggio. L’abito del guardiano si compone di cappello in feltro nero, giacca di velluto, camicia bianca, pantaloni di pelle e foulard.
Durante la parata i gardiens a cavallo raggiungono la chiesa de la Majeur per poi sfidarsi nella corsa dei Satin coi cavalli montati a pelo.
E’ l’inizio delle feste che con spettacoli taurini nelle arene e sfilate in costume accompagnate dai pifferi provenzali, animano da sempre le estati arlesiane.
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Siamo stati spesso in zona, ma mai ad Arles! Nonostante conoscessi le sue enormi potenzialità ho sempre preferito altre mete nelle vicinanze. Dovrò rifarmi appena possibile…
Io ci torno spesso, mi piace molto l’atmosfera che si respira
Probabilmente Arles sarà uno dei primi posti che vorrò vedere quando si potrà viaggiare tranquillamente. Rimando da più di un anno, da quando ho fatto un tatuaggio che è la versione in bianco e nero del dipinto Terrazza del caffè la sera: non avere ancora visto dal vivo quel caffè e quella piazza è una grave mancanza da parte mia!
Ma dai che bella idea il tatuaggio con quel quadro! Io lo adoro e ogni volta che ho modo di vederlo, anche riprodotto, mi incanto con i suoi dettagli. Se vai ad Arles lo ritrovi
Sembra che ad Arles il tempo si sia fermato! E’ bello vedere come questi paesi siano così legati alla tradizione, vedi l’utilizzo di abiti popolari!
La Provenza mantiene ancora moltissime tradizioni ed è molto bello che non vengano perdute come succede in altre regioni
Arles è sempre meravigliosa, noi ci andiamo spessissimo ma non ci stanca mai. Soprattutto durante la Feria di Paque in cui tutta la città è in festa.
Ecco, io non ci sono mai stata in quel periodo ma mi piacerebbe molto vedere quei bellissimi costumi!
Amo i viaggi sulle orme di pittori, scrittori etc. Van Gogh poi è uno dei miei preferiti, son sicura che mi piacerebbe molto questo giro super pittoresco tra questi angoli che rievocano i lavori e le luci del grande maestro!
Anche io lo amo molto e immergendosi nei luoghi in cui lui ha vissuto e dai quali ha tratto ispirazione, si comprendono ancora meglio le sue opere
La Provenza, a mio avviso, è una delle regioni più belle della Francia, che offre davvero tanto da vedere. Non posso dire di conoscerla benissimo, ma quello che ho visto mi è piaciuto tanto!
Io me ne sono innamorata e la frequento tantissimo: non finisce di stupirmi. Confesso che ci vivrei volentieri
Ho trovato Arles molto più spagnola che provenzale, come una grande parte della Camargue. Arles è suggestiva e romantica. Bisogna andare a visitarla. Assolutamente.
Hai ragione, il sapore spagnoleggiante della Camargue aleggia molto in città soprattutto in estate
Molto interessante il tuo articolo. Un vero peccato che la casa gialla sia stata distrutta e mai ricostruita.
Si, un vero peccato anche perchè all’interno ce’era la stanza che poi Van Gogh ha dipinto, a memoria, durante il suo ricovero nella clinica psichiatrica
Poter passeggiare nei luoghi che un’artista come Van Gogh ha poi dipinto è sicuramente emozionante. Gli scorci che si erano visti solo su tela, finalmente appaiono nel loro intero davanti gli occhi. Sicuramente in un viaggio in Provenza, Arles diventa tappa obbligatoria.
Sono stata altre volte ad Arles ma in questo giro ho voluto proprio focalizzarmi sui luoghi di Van Gogh e l’ho guardata con occhi diversi
Ho ricordi abbastanza fumosi di Arles, che visitai a sedici anni durante due settimane di corso intensivo di francese. Ne ricordo i cortili pieni di verde, l’arena imponente e poco altro. Nemmeno a dirlo: ci tornerei subito!
l’arena è indimenticabile! La sua presenza in centro città si fa notare
Di Arles si parla pochissimo e sinceramente non l’avevo mai presa in considerazione come meta. E invece mi sa che devo aggiungerla alla lista 😃
E’ vero se ne parla poco, eppure è molto bella
Sono stata in Provenza tantissimi anni fa, ma conservo ancora degli splendidi ricordi, nonostante siano passati così tanti anni. Grazie per i tuoi racconti e complimenti per i tuoi scatti! ðŸ˜
Ti ringrazio, io la amo davvero tanto la Provenza e ci vado appena posso
Mi piacerebbe tantissimo andare ad Arles ed è da tempo che me lo sono ripromesso. Del resto, Van Gogh è uno dei miei pittori preferiti. Non sapevo però dell’arena, così simile (giustamente) al nostro Colosseo…
noi non ci facciamo quasi caso abituati come siamo alla grandezza dei resti romani in Italia però a pensarci bene in una città così lontana da Roma trovare una costruzione così imponente è straordinario