Ogni mattina prima del levare del sole, per le strade di Luang Prabang, l’antica capitale del Laos, si svolge la cerimonia del Tak Bat.
In lunghe file silenziose i monaci buddhisti raccolgono le offerte di riso che i fedeli depongono rispettosamente nelle loro ciotole portate a spalla.
L’oro dei wat illumina un cielo ancora viola e il suono del gong rimbomba profondo nel silenzio dell’alba.
L’atmosfera è mistica e il momento in cui osservo i monaci, avvolti nelle vibranti tuniche arancio, uscire dai cortili dei templi e incamminarsi per la strada ha qualcosa di profondamente spirituale.
Il Tak Bat è un rituale millenario, denso di significato per i partecipanti e incredibilmente suggestivo per chi vi assiste con rispetto.
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Cos’è e come si svolge il Tak Bat
Prima dell’alba i monaci si dispongono in fila dal più anziano al più giovane. Indossano la tunica arancione, sono scalzi e rasati in segno di umiltà e sfilano in silenzio per le strade della città. A tracolla hanno una sacca di pelle che contiene la ciotola di metallo per il riso.
I devoti buddhisti inginocchiati lungo il percorso, depongono con cura e devozione il riso appena cotto nei contenitori.
Il Tak Bat non è un’elemosina ma un forte legame spirituale tra i seguaci del Buddhismo Theravada.
Anche se i monaci dipendono da queste offerte per il loro sostentamento quotidiano, non si tratta semplicemente di una raccolta di cibo. E ‘ un’azione spirituale, silenziosa e sacra, profondamente significativa sia per i monaci che ricevono che per i fedeli che donano. I monaci infatti raccolgono le offerte per confermare i loro voti, i fedeli con le elemosine si “guadagnano” dei meriti per la vita ultraterrena.
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La cerimonia del Tak Bat risale al quattordicesimo secolo quando a Luang Prabang fu introdotto il Buddhismo Therevada, una delle principali branchie del buddhismo basato sugli insegnamenti degli anziani. La città, patrimonio Unesco dal 1995, ha una profonda tradizione religiosa e i suoi numerosissimi templi – ce ne sono una trentina – la rendono particolarmente mistica.
Prima dell’esistenza dei monasteri, i monaci erano mendicanti che basavano la propria sopravvivenza sulla generosità delle persone che donavano loro pane e riso.
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Come assistere correttamente al Tak Bat
Se non si è fedeli buddhisti credo sia meglio astenersi dal partecipare al Tak Bat e limitarsi ad assistere a distanza con il dovuto rispetto, restando il più possibile dal lato opposto della strada rispetto alla fila.
Io personalmente ho scattato numerose foto e sono consapevole di non essere stata del tutto rispettosa ma ho comunque cercato di non mettermi di fronte ai monaci e di non guardarli negli occhi. cosa vietata alle donne.
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I laotiani sono molto tradizionalisti. Le donne che partecipano al Tak Bat indossano la tipica gonna sharong con il bordo ricamato e una blusa bianca con una sciarpa sulla spalla. Sono scalze e inginocchiate su una stuoia con le gambe di lato. Tengono il capo abbassato e portano un cestino con il riso cotto la mattina stessa.
Lo sticky rice è una varietà di riso con i chicchi sottili e appuntiti che tendono ad appiccicarsi durante la cottura, da cui il nome. Il riso deve essere ripetutamente lavato la sera prima in modo da eliminare l’amido, e lasciato in ammollo tutta la notte. La mattina, prima della cerimonia, va cotto a vapore in un cestino di bamboo.
Se decidete di partecipare al Tak Bat, fatevi preparare il riso dalla guest house dove alloggiate, non acquistatelo dai venditori che trovate per strada. Non comprate snack confezionati né i noodle già pronti:. I monaci non li accettano e li vedrete gettarli nei cestini a bordo strada da dove saranno recuperati e utilizzati da altri. Non fate assolutamente donazioni in denaro e men che meno mettete dei soldi nella ciotola del riso.
Vestitevi in modo adeguato, con le ginocchia e le spalle coperte, non indossate copricapi e fate la vostra offerta restando in ginocchio senza mai alzare la testa più in alto dei monaci.
E soprattutto rispettate il silenzio!
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Troppi turisti all’alba a Luang Prabang
Alle prime luci del giorno turisti provenienti da ogni dove affollano le strade principali di Luang Prabang in attesa di assistere al Tak Bat. La loro mancanza di comprensione e di rispetto rischia però di trasformare una cerimonia sacra in uno stress sia per i monaci che per i fedeli.
In particolare è necessario ricordare che i monaci camminano in silenzio in segno di meditazione e così devono fare gli astanti che troppo spesso pensano di assistere ad uno spettacolo e non ad un rito religioso.
I monaci non amano questa invasione ma la accettano, consapevoli che il turismo porta benefici alle attività economiche della città. Purtroppo anche gli abitanti senza scrupoli dei villaggi vicini a Luang Prabang hanno fatto del Tak Bat un business e “vendono la cerimonia ai turisti” con pacchetti all inclusive.
Un business che però sta andando oltre con autobus rumorosi e inquinanti, turisti che parlano a voce alta offendendo il silenzio meditativo dei monaci, venditori di riso di cattiva qualità, fotografi dilettanti che puntano i loro obiettivi a pochi centimetri dal viso dei bonzi.
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La magia mistica di Luang Prabang
La cerimonia del Tak Bat si svolge in tutti i villaggi dove c’è un tempio Buddhista Theravanda. Mi è capitato sull’isola di Don Khon, nel sud del Laos, di vedere due soli giovani novizi all’alba che raccoglievano le offerte da tre donne inginocchiate lungo la strada. Dopo aver accettato il riso intonavano un canto di fronte alle fedeli che restavano con il capo chino.
Ovunque il rito è profondamente toccante ma a Luang Prabang assume una dimensione mistica unica in tutto il Laos.
Le strade poco affollate, le case basse e la quantità incredibile di templi che sono il retaggio di una profonda tradizione religiosa, rendono Luang Prabang un luogo fuori dal tempo. Sospesa in una dimensione onirica di foschie, placidi e ponti di bamboo, la città abbraccia le lunghe file arancioni dei monaci prima di svegliarsi alle attività del quotidiano.
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La questua quotidiana del riso rappresenta un momento importante della relazione tra i monaci e la popolazione locale. E’ una forma di aiuto reciproco in cui i monaci ottengono il cibo e i fedei imparano ad essere più umili, generosi e meno materialisti.
Incontrare i monaci è normale a Luang Prabang più che altrove, soprattutto nei cortili dei templi dove, dopo il Tak Bat si dedicano alle attività quotidiane. Rastrellare le foglie un il primo segno di umiltà per quanto hanno appena ricevuto.
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Una cerimonia che non conoscevo, quindi sono rimasta molto affascinata da questa descrizione e dalle bellissime immagini. Peccato che come in tanti altri contesti si sia messo in mezzo il turismo di massa, anche se non lo avrei detto in un posto così mistico.
Infatti è il solo momento dove ho notato un affollamento di turisti inaspettato. Senza polemica si trattava soprattutto di cinesi arrivati in grandi gruppi e senza una corretta base di preparazione culturale
Con le tue parole mi hai letteralmente trascinato in questa dimensione spirituale. Mi è sembrato di essere lì, partecipe in doveroso rispetto, alla cerimonia. Mi ha fatto riflettere l’aspetto del turismo e di quanto contamini le tradizioni genuine, spesso rischiando di snaturarle. Allo stesso tempo mi chiedo quanto io sia complice in questo, avendo la curiosità di vedere e il bisogno di raccontare.
Mi sono posta la tua stessa domanda. La risposta me l’ha data la guida, che è stato monaco per dieci anni. Bisogna accettare la presenza dei turisti che portano miglioramenti all’economia del Paese ma sarebbe meglio spiegare come comportarsi
Quanto fascino suscitano le cerimonie come questa, sarebbe davvero magnifico poter osservare in silenzio i monaci in marcia. Hai fatto bene a porre l’accento sul turismo di massa che sta avvelenando anche cerimonie sacre come il Tak Bat, purtroppo c’è chi non vede il valore di queste antiche tradizioni ma solo il denaro che si può ricavare sulla pelle degli altri.
Purtroppo sono proprio i locali ad approfittare dei turisti invece di farsi educatori e promotori di un atteggiamento rispettoso
Premetto che sono innamorata di tutti i paesi dove si pratica la religione buddista. Il Laos è in cima alla mia lista dei desideri, mi piacerebbe molto vederlo e Luang Prabang è una delle mete che inserirei sicuramente!
Sono certa che, per una appassionata dell’India come te, Luang Prabang sarebbe la meta ideale. Molto spirituale e come fermo nel tempo, il Laos mi ha veramente incantato
Wow, adoro questo tipo di rituali e mi piacerebbe tantissimo partecipare, ovviamente con tutto il rispetto possibile.
Io mi sono resa conto di non essere stata del tutto corretta e mi è dispiaciuto, mi sono forse avvicinata troppo ai monaci ma li volevo assolutamente fotografare
Nonostante l’affollamento dovuto al turismo di massa e alla maleducazione (purtroppo se ne vede sempre di più), questa antica pratica deve essere davvero suggestiva da vedere dal vivo.
E’ una cerimonia molto mistica, assistervi a Luang Prabang dove i monaci sono veramente tanti e i monasteri dorati hanno architetture importanti, è qualcosa di speciale
Una cerimonia molto suggestiva alla quale ho avuto la fortuna di poter partecipare (a debita distanza e con massimo rispetto) diversi anni fa. All’epoca non c’era (per fortuna) il turismo di massa che c’è oggi, arrivare a Luang Prabang era anche più lungo e complicato, ma i maleducati purtroppo non mancavano già allora. Non oso immaginare oggi con la ferrovia diretta dalla Cina…
Comunque resta un momento molto suggestivo e Luang Prabang una città estremamente affascinante!
Esatto…. il collegamento diretto del treno veloce con la Cina porta veramente tanta gente e non tutti hanno la sensibilità di avvicinarsi ad una cerimonia religiosa con le dovute maniere. Luang Prabang rimane comunque una città incredibilmente ammaliante, io me ne sono innamorata